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ottobre 2016
e attrezzaggi, ma anche la possibilità di rimuovere
molti dei vincoli di forma a cui si è tradizional-
mente abituati con le tecnologie convenzionali,
aprendo quindi opportunità fino a poco tempo fa
impensabili o impossibili per i processi di fabbrica-
zione tradizionali. Non vanno infine dimenticati i
processi ibridi, sviluppati di recente da alcune case
costruttrici di macchine utensili, in cui in un solo
sistema, si combinano un processo di fabbricazione
additiva basato sulla deposizione diretta, con tec-
nologie di lavorazione sottrattive (per asportazione
di truciolo) più tradizionali.
I settori industriali che per primi hanno guardato
con interesse a queste tecnologie e ne hanno per
certi versi stimolato lo sviluppo scientifico e indu-
striale sono principalmente quello aerospaziale e
quello medicale, ai quali si sono subito affiancate
l’industria automotive e meccanica in generale,
quella degli stampi, i settori del gioiello e del design.
La materia prima utilizzata per i processi additivi
con metallo è generalmente costituita da una pol-
vere di alta qualità, caratterizzata da una forma
il più possibile sferica ottenibile mediante atomiz-
zazione in gas inerte a partire dal metallo liquido.
Le dimensioni delle particelle di polvere metallica
devono essere molto contenute, orientativamente
all’interno della forcella da 20 a 50 µm. Con queste
caratteristiche è possibile distribuire la polvere in
modo omogeneo su una superficie piana, creando
strati uniformi e di spessore limitato sui quali agirà
il fascio laser o di elettroni per la rifusione localiz-
zata secondo i processi EBM o SLM.
Meno frequentemente, e per i soli processi di de-
posizione diretta, si può utilizzare il metallo sotto
forma di filo.
Nuove microstrutture.
Attualmente i materiali
utilizzati nell’additive manufacturing sono leghe già
conosciute e consolidate nelle applicazioni e lavo-
razioni tradizionali, che sono state ‘clonate’ per gli
impieghi additivi mettendo a disposizione le corri-
spondenti polveri di forma e dimensioni adatte.
Nel settore degli acciai sono disponibili commercial-
mente il ben noto Aisi 316L inossidabile e gli ac-
ciai ad alta resistenza maraging 300 o 17-4PH; per
il titanio viene quasi universalmente considerata la
lega Ti-6Al-4V (grado 5) o la sua versione a basso
contenuto di elementi interstiziali (grado 23) per usi
biomedicali.
Circa l’alluminio, la lega di riferimento è la Al-10Si-
Mg derivata dal settore della fonderia mentre, per
gli impieghi in campo aerospaziale esistono diverse
superleghe, questa volta sviluppate anche apposi-
tamente, vista l’importanza dell’applicazione.
Va specificato che il costo della materia prima è
per il momento ancora relativamente elevato ma
è inevitabilmente destinato a diminuire in modo
significativo una volta che si abbia un incremento
TECNOLOGIE ADDITIVE
Un acciaio prodotto mediante additive manufacturing visto dall’alto,
in sezione e a un diverso ingrandimento.