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ottobre 2016
e un vivacissimo interesse verso nuove possibili ap-
plicazioni industriali, perfezionamenti delle tecni-
che e dei materiali.
Gli approcci più utilizzati nelle tecnologie addi-
tive si basano sulla creazione di forme attraverso
la progressiva solidificazione di un numero elevato
di strati, generati a partire da un letto di polveri
metalliche fuse per mezzo di un fascio elettronico
o di un fascio laser (processi noti con gli acronimi
in inglese: Powder Bed Fusion - PBF, distinti in elec-
tron beam melting - EBM e selective laser melting
- SLM) oppure sulla creazione ‘libera’ di volumi a
partire da materiale depositato in forma di filo o
polvere che viene portato a fusione da una testa
laser o da altra sorgente ad alta densità di energia
durante il suo moto nello spazio tridimensionale
(processi del tipo Directed Energy Deposition - DED
come il laser metal deposition - LMD e direct metal
deposition - DMD).
Oltre i vincoli di forma.
Queste nuove strategie
di fabbricazione presentano diversi vantaggi quali
la massima libertà nella generazione delle geome-
trie, la possibilità di evitare costi e tempi per stampi
La ricerca in corso a
l Politecnico di MilanoIl dipartimento di Meccanica del
Politecnico di Milano ha voluto essere
protagonista attivo nello scenario
delle lavorazioni additive, mettendo
a sistema le competenze scientifiche
multidisciplinari presenti al suo
interno e investendo direttamente,
assieme ad alcuni partner industriali,
su un laboratorio di fabbricazione
additiva. Si è così costituito a inizio
2015 il laboratorio AddMe.Lab per
la fabbricazione additiva di parti
metalliche (nella foto).
Partecipano a questa iniziativa
gruppi di ricerca del dipartimento
con competenze nella progettazione,
nei materiali, nei processi e
nelle lavorazioni oltre che nella
caratterizzazione dei prodotti che,
in sinergia con le esperienze ed
esigenze dei partner industriali,
hanno consentito di creare un centro
multidisciplinare sulla fabbricazione additiva dei metalli.
AddMe.Lab dispone oggi di un sistema SLM a letto di polveri (Renishaw) con una
camera di lavoro di dimensioni 250 x 250 x 290 mm per la produzione di componenti
metallici che si affianca a dispositivi prototipali SLM di minori dimensioni e a sorgenti
laser implementate su bracci antropomorfi per la fabbricazione diretta di forme
metalliche. A supporto esistono inoltre le attrezzature di analisi e caratterizzazione dei
materiali, i sistemi di misura e monitoraggio, gli strumenti per le analisi metrologiche
e i test non distruttivi sui prodotti, tra i quali spicca un micro-tomografo a raggi X,
anch’esso di recente acquisizione nell’ambito di un laboratorio interdipartimentale di
ateneo.
Le tematiche, sia di ricerca scientifica sia di sviluppo tecnologico, coprono gli aspetti
relativi alle nuove metodologie di progettazione ottimizzata, allo sviluppo di nuovi
materiali dedicati alla fabbricazione additiva, all’ottimizzazione e in particolare al
monitoraggio del processo, alla caratterizzazione delle proprietà strutturali dei prodotti,
alla prototipazione e collaudo di componenti dedicati a specifiche applicazioni.
Aspetto tipico di una polvere prodotta per atomizzazione in gas inerte di lega
di titanio per additive manufacturing.