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progettare

395

GENNAIO

/

FEBBRAIO

2016

57

Gestire lo spazio cartesiano

La limitazione sicura dello spazio car-

tesiano, così è giusto chiamare l’esito

delle funzionalità appena descritte,

può agire in tre differenti modi. Il la-

voro del robot può essere circoscritto

all’interno di uno spazio preciso; può

essere programmato per non invade-

re una zona definita come ‘proibita’

o ancora può essere abilitato a ge-

nerare un segnale quando avviene

la violazione del ‘tool center point’.

Se a queste opportunità di controllo

si aggiunge che specifici parametri

consentono sia una limitazione si-

cura dell’orientamento nello spazio

anche di eventuali utensili applicati

alla flangia del robot durante il lavo-

ro, sia la previsione della distanza di

fermata della macchina, ci troviamo

di fronte, davvero, alla fabbrica che si

fa intelligente e che va verso un’inte-

razione efficiente tra persone e robot.

Occorre qualcosa di diverso rispetto

al solito nella programmazione del

ciclo per sfruttare le funzionalità Ro-

boSafe Comau? La risposta è no: non

ci sono differenze di programmazione

tra un ciclo di lavoro con un robot in

versione safe e uno standard. Ciò che

cambia è, semplicemente, la presenza

di interfacce dedicate ai parametri

di sicurezza presenti nel software

del ‘teach pendant comau’, TP5, e

del controllo di quinta generazione,

Comau C5G, attivabili e gestibili, pe-

raltro, direttamente dall’operatore

qualificato. La dotazione RoboSafe

di Comau non è che il primo pas-

so. L’azienda sta investendo grandi

energie per permettere ai robot di

diventare ancora più collaborativi e

sicuri e superare quella che per tutti

è la frontiera del futuro: controllare,

oltre alla velocità e alla posizione

nello spazio del robot, anche la forza

per progettare aree di lavoro uomo-

macchina totalmente condivise, dove

lamacchina possa interagire adattan-

dosi autonomamente alla vicinanza

con l’uomo.

rie del robot stesso. L’azione combinata

di questi controlli fa sì che la macchina

riduca a zero i fermi di produzione. Co-

me? Conoscendo in ogni istante posi-

zione della macchina, le traiettorie che

sta compiendo nonché, integrando le

informazioni dei sensori di sicurezza, la

posizionedellepersoneinfunzionedegli

spazi stessi delle traiettorie e del robot.

Risposta flessibile

Si assisterà quindi a un rallentamento

dell’azione del robot all’approssimarsi

dell’operatore, ma si avrà un fermo

esclusivamente se questi sarà realmen-

te nell’area di lavoro. All’allontanarsi,

infine, dell’operatore, il robot tornerà a

muoversi alla velocità corretta, ripren-

dendo a lavorare a pieno ritmo.

I vantaggi RoboSafe paiono subito e-

videnti: da un lato si ha, come appena

ricordato, la riduzione fino a (pressoché)

zero dei fermi produzione, con i relativi

vantaggi in termini di resa, efficienza e

produttività; dall’altro, come vedremo,

le celle ospitanti le macchine possono

essere progettate con minor ingombri.

Nonoccorrepiù, infatti, proteggere tutta

l’area potenziale di lavoro del robot, ma

solo quella, volta per volta, effettiva-

mente interessata dai movimenti della

macchina. Dato che a una riduzione

delladimensionedellacellacorrisponde

la riduzione di layout occupato, anche

questa opportunità si traduce in un ri-

sparmio economico. Se ancora non è

possibile parlare di collaborazione diret-

ta, e in totalesicurezza, trauomoe robot,

sicuramente la soluzione RoboSafe di

Comau rappresenta un passo avanti di

notevole importanza. Grazie agli ultimi

sviluppi che portano a un controllo pun-

tualedellospaziocartesiano,glioperato-

ri possono muoversi in totale sicurezza

inun’areadilavoroattiguaalrobotsenza

indurre fermi macchina.

Il funzionamento risulta semplice: con il

controllodellospaziocartesiano, ovvero

dello spazio tridimensionale occupato

dal robot edai suoi assi, l’areadella cella

viene suddivisa in porzioni con diversi

gradi di criticità.

All’interno di ciascuna porzione, e in

maniera direttamente proporzionale

proprio alla criticità corrispondente, il

robot assumerà comportamenti dif-

ferenti (rallentamento o ripresa, stop,

azione normale, accelerazione ecc.) in

funzione della tipologia di ‘violazione’

commessa dall’operatore in ciascuna

delle porzioni individuate. Ciò significa,

come anticipato, che il robot può lavo-

rare in alcune aree della cella, mentre

l’operatore può svolgere altre attività

in un’altra porzione, oppure occuparsi

di attività di manutenzione alla cella

stessa o ad aree di lavoro attigue senza,

appunto, causare un fermo produzione.

Il lavoro del robot può essere circoscritto all’interno di uno spazio preciso; può essere programmato per

non invadere una zona definita come ‘proibita’ o ancora può essere abilitato a generare un segnale

quando avviene una ‘intrusione’.