il core business della produzio-
ne rimarrà saldamente italiano al
100%, ma era necessario dotare
i continenti principali di piccole
produzioni molto snelle”.
A questi investimenti in immobili
si affiancano quelli in tecnologia e
risorse umane?
“Certamente, perché siamo con-
vinti che è necessaria una strategia
industriale globale, sempre diver-
sificata e all’avanguardia. Abbiamo
già 45 persone dedicate all’inno-
vazione di processo e di prodotto
e stiamo creando una squadra di
ingegneri in grado di affiancare gli
uffici tecnici dei clienti per progetti
di customizzazione. Per gestire e
coordinare la nostra rete dislocata
nel mondo abbiamo implementato
un software SAP che ci consente
di essere sempre connessi e con-
dividere le informazioni”.
Il fondatore, nonché presidente e
amministratore delegato, Erminio
Bonatti definisce Metal Work ‘una
multinazionale tascabile’. A cosa
si riferisce?
“Innanzitutto è il ritratto di un’a-
zienda che ha ambizioni forti ma
ha la consapevolezza dei valori
sui quali deve poggiare: puntare
sulla centralità dell’uomo perché,
come dice proprio Bonatti, trovata
la persona giusta tutto il resto è
pura applicazione di un metodo.
Inoltre, abbiamo anche la consa-
pevolezza che siamo un’azienda
presente ormai in tutto il mondo,
che ha le esigenze di una multi-
nazionale ma la struttura ancora
di una società di medie dimensio-
ni. La massa critica è ormai una
condizione di sopravvivenza sul
mercato globale, ecco perché il
Piano industriale prevede questo
nostro raddopppio. E per questo
non escludiamo la possibilità di
effettuare anche delle acquisizioni.
A questo aggiungo che siamo stati
tra le prime società a far parte del
progetto Elite di Borsa Italiana, che
metteva a disposizione di alcune
aziende la possibilità di strutturarsi
per essere quotate. Anche se non
riteniamo che in futuro la nostra
quotazione sia un tabù, ad oggi
non ne abbiamo bisogno: il Piano
industriale sarà interamente au-
tofinanziato. E anche questo è un
importante segnale della solidità
di Metal Work”.
Cosa intende per adeguarsi al
mercato in termini di processi e
prodotti?
“Il mercato oggi è cambiato e noi
dobbiamo avere solo l’umiltà di
adeguarci. Oggi per vendere la
pneumatica occorre avere anche
conoscenza di altre discipline, qua-
li l’elettronica e la meccanica ad
esempio.
E allora bisogna creare delle strut-
ture all’interno dell’azienda in gra-
do di affiancare la forza vendita in
questo tipo di attività: dei product
specialist di altissimo livello tecni-
co. Come le accennavo prima, stia-
mo creando anche una struttura di
ingegneri che andranno a fare que-
sta tipologia di lavoro supportando
le nostre filiali di vendita, proprio
perché riteniamo che il compo-
nente sarà sempre più sostituito
non solo dal sistema standard ma
addirittura da quello custom. E in
questo contesto il dialogo diretto,
senza intermediari, tra il cliente e
i tecnici dell’azienda produttrice è
fondamentale.
A livello di processo, attraverso la
logica Kaizen che stiamo seguen-
do già da parecchi anni, stiamo
cercando di eliminare tutte quelle
attività che non forniscono valore
aggiunto. A livello di prodotto, il
nostro obiettivo è quello di non
andare da un cliente per vendergli
un singolo componente ma affian-
carlo nella l’adozione di una serie
di prodotti, o soluzioni, per au-
mentare le performance della sua
macchina, se possibile. Anche in
questo abbiamo seguito ciò che il
mercato oggi ci sta chiedendo, così
ad esempio alla Fiera di Hannover
abbiamo presentato addirittura u-
na macchina di montaggio fatta
tutta con nostri prodotti”.
@lurossi_71
Scenari
34
progettare
393
•
ottobre
2015
Da sinistra una vista
dall’alto della sede
di Metal Work
a Concesio, in provincia
di Brescia, e la filiale
tedesca dell’azienda.