tandola a 40 mila m
2
. Abbiamo da
poco inaugurato uno stabilimento
produttivo di proprietà a Porto A-
legre, in Brasile, costato 3 milioni
di euro per una superficie di 5 mila
m
2
: qui prima avevamo già una
produzione ma eravamo in affitto.
A questo si affianca il nuovo sito
inaugurato a Dallas, in Texas, dove
è iniziata la produzione di prodotti
custom dedicati al mercato locale:
un investimento strategico perché
gli USA rappresentano una quota
del 30% del mercato mondiale della
pneumatica. Entro i prossimi 12
mesi apriremo anche nuove filiali
in Indonesia, Ungheria e Sudafrica
che si andranno ad affiancarsi alle
altre 41 presenti in 25 Paesi nel
mondo.
Tra le filiali, in quattro di esse (ap-
punto USA ma anche Brasile, India,
Cina) avremo anche una piccola
base produttiva. Non si tratterà
mai di una grande produzione per
esportazione ma di prodotti speciali
per il mercato locale. Per quanto
riguarda la tecnologia e il processo
2013, e abbiamo avuto un utile
netto che ha superato i 6 milioni
di euro, in miglioramento anche
quello rispetto all’anno precedente.
E i primi mesi di quest’anno con-
fermano questo trend di crescita”.
Siete dunque in linea con l’iter in-
dicato dal Piano industriale?
“Certamente. Nel 2012 abbiamo
redatto un Piano industriale che
prevede, partendo da un fatturato
di 125 milioni di euro in quel mo-
mento, di arrivare a consolidarci a
240 milioni di euro nel 2020. Oggi
la nostra quota di export è pari al
57% del totale del fatturato ma ci
siamo posti l’obiettivo di arrivare
al 70%, quadruplicando la penetra-
zione nel mercato americano. E per
raggiungere questo traguardo che
il Piano ci indica è chiaro che oc-
corre mettere in campo degli sforzi
anche di investimenti economici in
immobili, tecnologia e information
technology. Le do un dato: solo nel
2014 l’azienda ha investito ben 18
milioni di euro, mentre per que-
sto ultimo triennio l’investimento
complessivo è ammontato a 36,5
milioni di euro. Ciò significa che
stiamo portando avanti in maniera
convinta e massiccia il percorso
tracciato.
Mi lasci aggiungere però che siamo
consapevoli che non sarà facile
centrare gli obiettivi ambiziosi che
ci siamo posti col Piano industriale:
non bastano solo i risultati di vendi-
ta, ma occorre avere la lungimiran-
za di investire non solo in strutture
ma anche in risorse umane che
devono essere formate e crescere
in una logica di gruppo. La cosa
importante però è che abbiamo
le idee chiare su dove vogliamo
arrivare e su cosa dobbiamo fare
per questo”.
Quali sono questi investimenti in
infrastrutture?
“In Italia, a Concesio, abbiamo in-
vestito in un nuovo stabilimento
con magazzino automatizzato, che
ci ha permesso di raddoppiare la
superficie produttiva attuale por-
progettare
393
•
ottobre
2015
33
Nasce il Trust
Nella consapevolezza che si eredità la proprietà ma non la capacità
imprenditoriale di gestirla, il fondatore e presidente Erminio Bonatti ha
deciso di separare la gestione manageriale dell’azienda dalla proprietà
attraverso la creazione di un ‘Trust’ i cui beneficiari saranno i famigliari
del fondatore. L’operazione è partita verso l’inizio del 2015 si concluderà
entro l’anno. Il ‘Trust’ avrà il compito, oltre che di assicurare la continuità
aziendale, di garantirne la gestione manageriale e la valorizzazione.
Garantirà ai beneficiari la partecipazione ai proventi della gestione, farà
opere benefiche in ambito nazionale e internazionale, nel capo della ricerca
medica e scientifica, dell’arte e della cooperazione sociale. “Con questo
‘Trust’ c’è la garanzia che le volontà del fondatore verranno rispettate
anche dopo di lui – commenta Marconi -. Un segnale fortissimo di conti-
nuità e di passaggio generazionale, che credo pochi imprenditori in Italia
abbiano fatto, pensando che il mondo è diventato globale e servono idee
molto chiare e lungimiranti”. Nella foto il Consiglio di Amministrazione di
Metal Work: al centro seduto il fondatore Erminio Bonatti e (da sinistra
a destra) Gamba, Cavagna, Marconi e Pellenghi.