fluidotecnica
400
SETTEMBRE
2016
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Oggi, Aignep è un’azienda di riferi-
mento nel comparto del trattamento
dei fluidi con 190 dipendenti, cinque
filiali nel mondo e una gamma di
prodotti distribuita in oltre 80 Paesi.
Nel quartier generale di Bione, in
provincia di Brescia, su una superfi-
cie coperta di 22.000 metri quadrati
vengono realizzati tutti i prodotti che
poi sono distribuiti nel mondo: una
chiara scelta di produzione di qualità
all’insegna del Made in Italy. A capo
dell’azienda c’è il direttore generale,
Graziano Bugatti.
La storia
Aignep nasce nel 1976 a Bione, in
provincia di Brescia, come contoter-
zista di raccordi per l’industria termo-
sanitaria, sfruttando la presenza in
un distretto industriale specializzato
nella rubinetteria. Fondatore è Gual-
tiero Ghidini. Tra la fine degli anni
80 e i primi anni 90, su commessa di
un cliente tedesco l’azienda progetta
e costruisce un raccordo per l’aria
compressa: è il primo tentativo che
segnerà in seguito il passaggio da
contoterzista a costruttore di prodotti
propri. Un’altra tappa importante
nella sua storia, Aignep la scrive nel
1992, quando l’azienda inizia a incre-
mentare la sua produzione e servono
investimenti, ecco così che accanto al
fondatore entra nel capitale sociale
anche la famiglia Bugatti. E qualche
anno dopo, esattamente nel 1996,
i Bugatti acquistano l’intera parte-
cipazione societaria diventandone
unico proprietario. La famiglia crede
nel progetto di una società che crei
e commercializzi prodotti a proprio
marchio, comincia a investire molte
risorse umane ed economiche, tanto
che nel giro di pochi anni Aignep
abbandona completamente la strada
del contoterzismo e diviene un’a-
zienda con un proprio portafoglio
Quattro generazioni di Bugatti
Aignep fa parte del Gruppo Bugatti, nato nel 1923 nel comparto dei casalinghi e di
proprietà dell’omonima famiglia. Il Gruppo oggi si estende in quattro settori attraverso
altrettante società: nei casalinghi, nell’illuminazione, nelle macchine transfer con Picchi
e appunto nel trattamento dei fluidi con Aignep. Un percorso avvenuto attraverso una
serie di diversificazioni e acquisizioni nei decenni, con eccellenze tecnologiche entrate
nella storia della nostra industria: per prima ha introdotto in Italia la macchina per
pressofusione Polak grazie alla quale nel 1928 è stata ideata la rivoluzionaria lega
d’ottone-silicio ancora oggi nota come ‘Lega Bugatti’. Solo in Italia il Gruppo impiega
quasi 300 dipendenti. Il Gruppo Bugatti è arrivato alla quarta generazione: in ognuna
delle aziende sono presenti diversi cugini e i padri. Il cambio generazionale, uno dei
grandi problemi delle aziende italiane, qui è stato superato senza nemmeno accorgersene.
E quale è il segreto? “La nostra è una famiglia molto unita, che sa confrontarsi spesso
e crede ancora nel valore del rispetto e del lavoro - spiega Graziano Bugatti -. Ci siamo
dati regole semplici ma efficaci: i padri non siano nelle aziende nei quali i figli hanno
ruoli direzionali, dare spazio e fiducia alle energie e alle idee delle nuove generazioni,
avere sempre chiara la responsabilità verso gli altri che ci è stata affidata”. Nella foto
in alto, da sinistra al centro il fondatore Amadio con la seconda generazione. Nella foto
al centro i cinque soci della terza generazione Bugatti: da sinistra il primo è Francesco,
il terzo Roberto, il sesto Virgilio, l’ottavo Damiano e il nono Ottorino. Nella foto in basso:
Graziano Bugatti, direttore generale Aignep ed esponente della quarta generazione.
Aignep taglia quest’anno il traguardo
dei quarant’anni di attività. E se riav-
volgiamo il nastro di questi decenni
non possiamo non scorgere in questa
narrazione tutti quegli elementi tipici
alla base del successo delle piccole
e medie imprese italiane. Quei tratti
valoriali che spesso diamo per scon-
tati ma che, se confrontati con altre
realtà, non possono non farci ancora
emozionare. Alla guida di Aignep la
famiglia Bugatti è arrivata alla quarta
generazione, senza clamori e senza
rivalse, dandosi semplici regole di
convivenza basate sul buon senso.
Qui si respira ancora quell’approccio
sobrio tipico di chi crede che la pas-
sione nel mestiere, l’arguzia nell’in-
novare, la lungimiranza nelle scelte
e la laboriosità quotidiana siano i
cardini per il successo. Ma anche
che un’azienda debba avere anche
un cuore e quindi una responsabilità
sociale verso il proprio territorio.