fluidotecnica 370
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APRILE
2013
Presidente, il settore del Fluid Power
in Italia ha chiuso l’anno 2012 con ri-
sultati complessivamente negativi. Ci
fa un’analisi della situazione attuale?
“Il settore del Fluid Power in Italia
ha registrato lo scorso anno risultati
complessivamente negativi per en-
trambi i comparti. Nel dettaglio, per
il settore oleoidraulico, relativamente
al fatturato, i risultati 2012 appaiono
tutti negativi, eccetto l’import, che re-
gistra una crescita dell’1%. In termini
di fatturato il mercato nazionale fa
segnare un -2,4%, in linea con quello
della Produzione nazionale, che fa
registrare un calo del 3%.
La situazione del portafoglio ordini
risulta essere peggiore: ci troviamo
dinanzi a decrementi del 5,2% per la
produzione nazionale e dell’11,9%per
il mercato interno.
Anche per il comparto pneumatico
tutte le voci oggetto d’indagine ri-
sultano negative, eccetto quelle rife-
rite all’export: (+2,2%) il fatturato e
(+4,4%) gli ordini.
Il mercato nazionale chiude in calo
sia in termini di fatturato che di ordini
(rispettivamente pari a -7,5%e -7,3%).
La produzione nazionale registra u-
na situazione leggermente migliore
rispetto alle consegne sul mercato
interno: i risultati sono comunque
negativi rispetto al 2011, sia per la
voce fatturato (-3,5%) che per quella
degli ordini (-2,5%)”.
Quali sono le vostre aspettative per
i prossimi mesi?
“Il dato di chiusura del 2012 rispecchia
il momento di difficoltà dell’economia
nazionale, che, in base alle previsioni
del Centro Studi di Confindustria, do-
vrebbe riprendere vigore in maniera
stabile dalla seconda metà del 2013
per proseguire poi nel 2014, anno in
cui è previsto anche un aumento del
PIL. Va però osservato che rispetto al-
la precedente rilevazione trimestrale
(9 mesi 2012) si è verificato un sen-
sibile miglioramento dei valori degli
ordini: ciò potrebbe far supporre una
leggera ripresa nei primi mesi del
2013, anche se la situazione economi-
ca generale nel prossimo futuro rima-
ne alquanto incerta. Purtroppo, anche
se da un punto di vista statistico le
aspettative conducono a tenui segnali
di risveglio dell’economia, non si ha
la certezza di un progresso stabile e
duraturo su cui basare una program-
mazione economico-finanziaria certa
nel lungo periodo.
Detto questo, sono altresì convinto
che la coesione e la capacità reattiva
che da sempre contraddistinguono
le imprese italiane, siano ancora le
chiavi di volta che ci permetteranno
di restare competitivi e superare
anche questo delicato periodo”.