Progettare 441 – Ottobre – 2021
Auto elettrica, necessario riqualificare e incentivare
Nei prossimi cinque anni le Case automobilistiche lanceranno sul mercato almeno cento nuovi modelli di auto elettriche e nel 2030 il 24% delle auto circolanti al mondo si stima sarà dotato di un propulsore puramente elettrico. Nel luglio scorso, inoltre, la Commissione Europea ha promosso il pacchetto di interventi noto come ‘Fit for 55’ che si pone l’obiettivo della riduzione delle emissioni di gas serra del 55% al 2030. La fase di transizione va gestita, anche in virtù del brevissimo lasso di tempo che l’Europa concederebbe per un cambiamento così epocale. Si pensi soltanto ai cento stabilimenti che nel Vecchio Continente si occupano di Powertrain per propulsori non elettrici: sarebbero costretti a riconvertire la propria attività o a chiudere. Le aziende che sentiranno l’impatto si stimano tra il 20% e il 40% delle 2.200 che producono componenti in Italia, ossia 60-70 mila lavoratori soprattutto nel settore della componentistica. Una preoccupazione legittima, visto che l’industria manifatturiera dell’Automotive offre impiego a più di 278 mila addetti di 5.546 aziende, per 106 miliardi di euro di fatturato (l’11% del totale del manifatturiero nazionale). Timori condivisi anche in Germania: secondo una recente ricerca dell’Ifo di Monaco di Baviera entro cinque anni potrebbero essere a rischio circa 178 mila posti di lavoro (di cui 75 mila circa andranno in pensione). Anche in questo caso, i licenziamenti potrebbero avvenire tra le imprese che producono essenzialmente veicoli che vanno a combustibili fossili. Secondo l’Ifo, se si allarga il periodo di tempo al 2030, i posti di lavoro minacciati dalla transizione all’elettrico potrebbero essere 215 mila. Deve quindi essere un impatto ‘accompagnato’ da un percorso agevolato e incentivato dalle Istituzioni. L’industria dell’auto elettrica prevede tempi di produzione diversi, meno componenti, una filiera parallela delle batterie e dei sistemi di ricarica: serviranno quindi nuove competenze che però vanno qualificate. Uno studio realizzato dalla Society of Motor Manufacturers and Traders (SMMT), l’associazione che raggruppa la filiera auto nel Regno Unito, parte proprio da questa considerazione e stima che solamente per la produzione di batterie nelle Gigafactory del Paese potrebbero trovare impiego più di 40 mila persone entro il 2030.
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