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di disoccupazione. Secondo il Ministero
degli affari esteri, il tasso di disoccupa-
zione è pari al 29.3% ma sale al 60,6% a
Yobe e 67% a Kano, senza però conside-
rare l’occupazione sommersa. L’African
Development Bank prevede che la cresci-
ta prosegua ma i problemi di fondo sono
le tensioni e i conflitti religiosi. Ulteriori
sviluppi si potrebbero registrare nell’agri-
coltura, produzione e servizi.
La Nigeria è anche uno dei nostri prin-
cipali partner commerciali: secondo le
statistiche 2009 del Ministero degli affari
esteri importiamo il 4% del fabbisogno
di greggio, ma anche gas, cuoio, prodotti
agricoli, silvicoltura e pesca.
Esportiamo macchinari e parti di ricam-
bio, metallo e prodotti in metallo, pro-
dotti petroliferi raffinati, apparecchia-
ture elettriche e di precisione, prodotti
chimici e autoveicoli (ISTAT). Dalle stati-
stiche pubblicate dal Ministero degli af-
lieve recupero nella prima metà 2013 e la
produzione industriale del Sud Africa ha
subito una contrazione nel terzo trimestre
dell’anno. La maggiore domanda interna e
la minore inflazione dovrebbero sostene-
re una crescita della regione del 5,3% nel
2014, del 5,4% nel 2015 e 5,5% nel 2016.
D’altra parte questi Paesi sono meno sen-
sibili all’aumento dei tassi d’interesse ma
particolarmente vulnerabili ai danni cli-
matici sui raccolti e alla diminuzione dei
prezzi dei prodotti alimentari. Per la Ban-
ca Mondiale a imprimere una svolta sarà
lo sfruttamento dei più recenti giacimenti
di petrolio, gas naturale e rame, così come
l’ampliamento e l’apertura di nuove mi-
niere in Mozambico, Nigeria, Sierra Leone
e Zambia, tanto da prevedere che entro il
2020 saranno solamente quattro o cinque
Paesi a non potersi avvantaggiare dello
sfruttamento delle risorse del sottosuolo
naturalmente abbondanti. Quale conse-
guenza i Paesi saranno portati a investire
in sanità, educazione e occupazione. Il
rapporto Africa’s Pulse della World Bank
indica anche le esportazioni come fattore
trainante la crescita del continente, soprat-
tutto verso i mercati emergenti nell’ultimo
decennio di Cina, Brasile e India, che nel
2011 hanno importato in totale più del
mercato europeo. Fattori trainanti saranno
dunque lo sfruttamento delle risorse natu-
rali, l’accresciuta produttività agricola e la
migrazione di massa dalla campagna verso
le città.
Ma la Global Agenda del World Economic
Forum evidenzia anche le principali minac-
ce nel 2014 incombenti sull’economia, tra
cui spiccano tensioni sociali, disuguaglian-
ze e disoccupazione, tutte tematiche che
riguardano in gran parte i Paesi africani:
il Sud Africa guida la classifica stilata da
Euromonitor International dei Paesi con
maggiori disuguaglianze, seguito a breve
distanza da Kenya e Nigeria.
Nigeria in rapida crescita
La Nigeria, prima economia dell’Africa oc-
cidentale e seconda dell’Africa Sub-Saha-
riana dopo il Sud Africa, si posiziona secon-
da tra i Paesi emergenti in più rapida cre-
scita: secondo Euromonitor International,
nel 2014 l’economia dovrebbe crescere del
6,6% in termini reali grazie anche all’ap-
porto di capitali esteri.
L’economia dipende in gran parte dal set-
tore energia (il petrolifero concorre per il
95% dell’export e per il 40% alla forma-
zione del PIL), richiedendo una urgente
diversificazione interna in settori non pe-
troliferi, anche per combattere gli alti tassi
giugno 2014