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progettare

393

ottobre

2015

59

macchine utensili

Dossier

di voler dare una scossa all’Italia: la

riduzione dell’Irap, Jobs Act, il credi-

to d’imposta per la ricerca sono tutti

provvedimenti da intendersi in quella

direzione. Importante anche il rifinan-

ziamento per tutto il 2015 della Nuova

Sabatini che ha permesso di attivare

finanziamenti per circa due miliardi di

euro tra marzo 2014 e maggio 2015, e il

bonus macchinari che, però, purtroppo

non è stato prorogato.

Alcune richieste

“Per questa ragione - ha aggiunto il

presidente di Ucimu - chiedendo al

presidente Squinzi che Confindustria

faccia sua la proposta di ripristino del

BonusMacchinari,misurachepermette

la deduzione delle imposte degli inve-

stimenti in macchinari ad alta tecnolo-

gia, così come quella che prevede un

sistema di incentivi alla sostituzione dei

macchinari obsoleti installati in Italia,

in modo che i sistemi di produzione

possanorispondereallenuoveesigenze

di produttività, risparmio energetico e

rispetto delle norme di sicurezza sul

lavoro che l’Europa oggi richiede”.

la Russia +40%. A chiudere le posizioni

di vertice della graduatoria, il regno

Unito +155,7%.

Luigi Galdabini, presidente Ucimu ha

rilevato: “Dopoun 2013 da dimenticare,

nel 2014, l’industria italiana di settore è

tornata a crescere, dando inizio a trend

positivo che trova già conferma nei dati

2015. L’anno trascorso sarà ricordato

per la ripresa della domanda italiana”.

La crescita degli investimenti in mac-

chine di produzione è, d’altra parte,

una buona notizia per tutto il Paese

perché documenta un generale riav-

vio dell’attività manifatturiera per molti

comparti produttivi quali, per esempio

l’aerospace e automotive.

“Ma, se è vero che l’ottimismo è ne-

cessario per sostenere questo nuovo

corso appena avviato, è altrettanto ve-

ro che non basta, soprattutto perché

la crescita che abbiamo di fronte agli

occhi, in realtà, appare ancora debole

e non sufficiente a recuperare del tutto

il terreno perso con la crisi del 2009”,

ha precisato Galdabini.

Il presidente ha poi aggiunto che le

autorità di Governo hanno dimostrato

Un progetto

per il Paese

“Siamo di fronte a un cambiamento epocale,

a un cambiamento dei modelli di sviluppo -

ha detto Squinzi nel suo intervento -, per le

imprese, per la coesione sociale, economia e

finanza. Una stagione che chiamerà tutte le

parti per ricostruire il nostro Paese. Dalla crisi

si uscirà con l’impegno di tutti e di tutte le

imprese. Non mi sembra fattibile l’intervento

pubblico. Perché questo avvenga sarà neces-

sario recuperare competitività, investimenti di

medio e lungo periodo, conoscenza e capacità

innovativa”. Per raggiungere questi obiettivi

sono necessarie anche relazioni industriali

moderne. “Ora serve mettere ordine nelle

regole della contrattazione e accompagnare

la stagione dei rinnovi contrattuali che è

ormai alle porte”, ha sottolineato Squinzi. E ha

proseguito: “Occorre preservare la centralità

del contratto nazionale di lavoro per avere un

sistema di relazioni ordinato, ma allo stesso

tempo il contratto deve favorire le condizioni

perché la contrattazione di secondo livello sia

virtuosa”.

Il presidente di Confindustria ha poi ribadito la

necessità di un vero ‘Progetto Paese’ di politica

industriale, chiaro, semplice e trasparente,

per alimentare i due processi che da soli ci

potranno portare finalmente fuori dalla crisi:

produttività e innovazione.

A sinistra Giorgio

Squinzi, presidente di

Confindustria e Luigi

Galdabini, presidente

Ucimu.