progettare
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ottobre
2015
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macchine utensili
Dossier
di voler dare una scossa all’Italia: la
riduzione dell’Irap, Jobs Act, il credi-
to d’imposta per la ricerca sono tutti
provvedimenti da intendersi in quella
direzione. Importante anche il rifinan-
ziamento per tutto il 2015 della Nuova
Sabatini che ha permesso di attivare
finanziamenti per circa due miliardi di
euro tra marzo 2014 e maggio 2015, e il
bonus macchinari che, però, purtroppo
non è stato prorogato.
Alcune richieste
“Per questa ragione - ha aggiunto il
presidente di Ucimu - chiedendo al
presidente Squinzi che Confindustria
faccia sua la proposta di ripristino del
BonusMacchinari,misurachepermette
la deduzione delle imposte degli inve-
stimenti in macchinari ad alta tecnolo-
gia, così come quella che prevede un
sistema di incentivi alla sostituzione dei
macchinari obsoleti installati in Italia,
in modo che i sistemi di produzione
possanorispondereallenuoveesigenze
di produttività, risparmio energetico e
rispetto delle norme di sicurezza sul
lavoro che l’Europa oggi richiede”.
la Russia +40%. A chiudere le posizioni
di vertice della graduatoria, il regno
Unito +155,7%.
Luigi Galdabini, presidente Ucimu ha
rilevato: “Dopoun 2013 da dimenticare,
nel 2014, l’industria italiana di settore è
tornata a crescere, dando inizio a trend
positivo che trova già conferma nei dati
2015. L’anno trascorso sarà ricordato
per la ripresa della domanda italiana”.
La crescita degli investimenti in mac-
chine di produzione è, d’altra parte,
una buona notizia per tutto il Paese
perché documenta un generale riav-
vio dell’attività manifatturiera per molti
comparti produttivi quali, per esempio
l’aerospace e automotive.
“Ma, se è vero che l’ottimismo è ne-
cessario per sostenere questo nuovo
corso appena avviato, è altrettanto ve-
ro che non basta, soprattutto perché
la crescita che abbiamo di fronte agli
occhi, in realtà, appare ancora debole
e non sufficiente a recuperare del tutto
il terreno perso con la crisi del 2009”,
ha precisato Galdabini.
Il presidente ha poi aggiunto che le
autorità di Governo hanno dimostrato
Un progetto
per il Paese
“Siamo di fronte a un cambiamento epocale,
a un cambiamento dei modelli di sviluppo -
ha detto Squinzi nel suo intervento -, per le
imprese, per la coesione sociale, economia e
finanza. Una stagione che chiamerà tutte le
parti per ricostruire il nostro Paese. Dalla crisi
si uscirà con l’impegno di tutti e di tutte le
imprese. Non mi sembra fattibile l’intervento
pubblico. Perché questo avvenga sarà neces-
sario recuperare competitività, investimenti di
medio e lungo periodo, conoscenza e capacità
innovativa”. Per raggiungere questi obiettivi
sono necessarie anche relazioni industriali
moderne. “Ora serve mettere ordine nelle
regole della contrattazione e accompagnare
la stagione dei rinnovi contrattuali che è
ormai alle porte”, ha sottolineato Squinzi. E ha
proseguito: “Occorre preservare la centralità
del contratto nazionale di lavoro per avere un
sistema di relazioni ordinato, ma allo stesso
tempo il contratto deve favorire le condizioni
perché la contrattazione di secondo livello sia
virtuosa”.
Il presidente di Confindustria ha poi ribadito la
necessità di un vero ‘Progetto Paese’ di politica
industriale, chiaro, semplice e trasparente,
per alimentare i due processi che da soli ci
potranno portare finalmente fuori dalla crisi:
produttività e innovazione.
A sinistra Giorgio
Squinzi, presidente di
Confindustria e Luigi
Galdabini, presidente
Ucimu.