Inchiesta
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progettare
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•
settembre
2015
na contrazione costante.
Ricerche indipendenti e
previsioni dell’industria
del settore preconizza-
no che se non verranno
prese iniziative per po-
tenziare la competitività
dell’industria della sicurez-
za dell’UE l’attuale quota di
mercato delle aziende dell’UE
operanti in questo settore potrebbe
diminuire di un quinto, scendendo
dal 25% circa del mercato mondiale
nel 2010 al 20% nel 2020.
Marchio UE per la sicurezza
Le aziende statunitensi leader del
mercato sono tuttora le più all’avan-
guardia dal punto di vista tecnolo-
gico, e inoltre beneficiano anche di
un quadro normativo armonizzato e
di un mercato interno forte; grazie a
ciò esse dispongono non solo di una
base rassicurante ma anche del van-
taggio di un ‘marchio’ statunitense
chiaramente riconosciuto e identi-
ficabile, che le ha molto favorite ri-
spetto alle aziende dell’UE in termini
di concorrenza internazionale.
La mancanza di un analogo ‘marchio
UE’ è particolarmente grave se si
considera che i mercati fondamen-
tali per le tecnologie della sicurezza
in futuro non saranno quelli europei
ma quelli dei Paesi emergenti di A-
sia, Sudamerica e Medio Oriente. I
Paesi asiatici stanno colmando sem-
pre più in fretta il divario tecnologico
che li separa dalle aziende dell’UE.
In assenza di un vantaggio tecno-
logico, queste ultime dovranno far
fronte a una concorrenza agguerrita,
se si tiene conto tra l’altro del loro
svantaggio in termini di costi di
produzione.
A grandi linee, l’industria della sicu-
rezza dell’UE può essere suddivisa
nei seguenti settori: sicurezza aerea;
sicurezza marittima; sicurezza delle
frontiere; protezione delle infrastrut-
la realizzazione di vere economie
di scala. Un’ulteriore conseguenza
è la mancanza di concorrenza tra i
fornitori e un uso non ottimale del
denaro pubblico. L’obiettivo della
Commissione è dunque quello di
fornire a tale industria un solido
punto di partenza così da consen-
tirle l’espansione su quei mercati
nuovi ed emergenti che saranno
verosimilmente interessati da una
forte crescita per quanto riguarda i
prodotti della sicurezza.
Tale crescita, sia fuori sia all’interno
dell’UE, deve andare di pari passo
con il potenziamento delle misure
volte a integrare meglio la dimensio-
ne sociale nelle attività dell’industria
della sicurezza.
La tutela della vita privata fin dalla
progettazione e il rispetto dei diritti
fondamentali devono essere consi-
derati un aspetto chiave da integrare
in tutte le tecnologie della sicurezza
dell’UE.
ture critiche; intelligence antiterrori-
stica (comprese sicurezza ciberneti-
ca e comunicazioni); gestione delle
crisi/protezione civile; protezione
della sicurezza materiale; indumen-
ti protettivi. Il problema principale
è la notevole frammentazione (ad
esempio la mancanza di norme e
procedure di certificazione armo-
nizzate) del mercato della sicurezza
dell’UE. Strategie divergenti hanno
in effetti portato alla creazione di
almeno 27 mercati della sicurezza
diversi, ognuno dei quali suddiviso
in un elevato numero di settori.
Ciò crea non solo una situazione
unica sotto il profilo del mercato
interno, ma produce anche un effet-
to fortemente negativo sia dal lato
dell’offerta (industria) sia da quello
della domanda (acquirenti pubblici
e privati di tecnologie della sicu-
rezza), determinando gravi ostacoli
all’ingresso sul mercato e rendendo
molto difficile, se non impossibile,