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fluidotecnica

405

APRILE

2017

RICERCA

mazione della superficie attraverso

l’urto con particelle in movimento.

Sono state usate particelle di solfuro

di rame, di ossido di alluminio o un

misto delle due. Sono state sparate

contro la superficie usando come

propellente azoto gassoso a due bar

di pressione, per un periodo di trenta

secondi, attraverso un ugello incli-

nato di 15° rispetto alla superficie

e posto a circa 7 mm di distanza.

Le particelle di ossido di alluminio

misuravano 45-75 micron, con una

durezza di 2.600 HV (scala Vickers),

mentre quelle di solfuro di rame e-

rano di dimensioni inferiori e la loro

durezza era inferiore a 90 HV. Il pro-

cesso ha modificato chimicamente

la superficie dei blocchi, cambiando

il modo in cui le molecole d’olio si

legano al metallo e dandole una

maggiore scivolosità superficiale.

“Il risultato che vogliamo ottenere è

che le molecole d’olio si leghino for-

temente alla superficie”, ha spiegato

Varenberg. “Tradizionalmente que-

sto risultato si ottiene aggiungendo

additivi all’olio lubrificante. Noi inve-

Ricercatori del Georgia Institute of

Technology, negli USA, e delTechion,

Istituto Israeliano diTecnologia, han-

no sviluppato un nuovo processo per

trattare le superfici metalliche, che

permette di ridurre fortemente l’at-

trito senza fare uso di additivi negli

oli lubrificanti. Il metodo sfrutta un

procedimento di lavorazione già am-

piamente usato, la pallinatura (shot

peening), per alterare meccano-chi-

micamente la superficie di cui si

vuole ridurre il coefficiente di attrito.

Il risultato consente, usando solo una

lubrificazione basica al posto degli oli

multigrado, di ottenere coefficienti

vicini allo 0,01, dieci volte minori di

quello presente nelle stesse condi-

zioni su una superficie non trattata.

Questi risultati sono stati esposti lo

scorso ottobre in un articolo sulla

rivistaTribology Letters dedicata alle

problematiche dell’attrito.

Meno additivi nei lubrificanti

Secondo Michael Varenberg, prin-

cipale autore della ricerca: “I lubri-

ficanti forniscono una performance

Unanuova tecnologiapermettedi crearesuperfici chepresentanouncoefficientedi attrito

moltobassoancheusandosolo lubrificanti semplici

MARCO PASSARELLO

efficace in svariate condizioni opera-

tive, ma hanno comunque delle limi-

tazioni. Per esempio, sotto pressione

estrema gli agenti lubrificanti reagi-

scono con le superfici per formare

pellicole stabili durante l’uso, ma il

processo non è controllabile e le pel-

licole risultanti non sono né uniformi

né ottimizzate. Inoltre gli additivi dei

lubrificanti possono essere costosi, e

creare problemi ambientali quando

vengono utilizzati. Circa il 50% delle

perdite di energia meccanica in un

motore a combustione interna deriva

dall’attrito all’interno del comples-

so dei pistoni. Circa un terzo delle

risorse energetiche di tutto il mon-

do viene usato per ridurre l’attrito.

Riducendolo, possiamo risparmiare

energia e ridurre il consumo di car-

burante e olio”.

Superfici che si legano all’olio

Nel corso degli esperimenti condotti

daVarenberg e dai suoi collaboratori,

blocchi di ghisa sono stati sottoposti

a pallinatura, un processo di lavora-

zione a freddo che ottiene una defor-

Lubrificare

senza

additivi