hannopagato i limiti di unapoliticaenergetica
nazionalecarente,mentrealtre, come le tec-
nologieper lasmart community (gridecity),
non riesconoancoraa innescarequell’effetto
volanochepotrebbe realmentecambiare il
mercato. Inquestocaso ledifficoltàsono le-
gatesoprattuttoallacomplessitàdellafiliera
cheapartiredallaPubblicaAmministrazione
nonhaancora raggiunto laconsapevolezza
necessariaper investire realmente inprogetti
smart, oltreall’oggettivadifficoltànel trovare le
risorsefinanziarenecessarieper gli investimenti
pubblici. È, invece, semprepiùmarcato il trend
cheevidenzia la richiestadeimercati di prodotti
industriali, comeun’automobile, oprodotti di
usoquotidiano, comedellapastaounoggetto
di plastica,maggiormentepersonalizzabili e
dedicati, attraverso l’evoluzione tecnologica
di lineedi produzionesemprepiùflessibili,
modulari, efficienti, con rapido time-to-market.
Questocomportamantenerealti gli investimenti
in innovazione tecnologicadapartedi tutte le
aziendedel settoreper garantirealmercatoe
allasuaclientelaun’innovazioneaccompagnata
allacompetitivitàeallaproduttivitànecessaria.
Interessante laprospettiva introdottadal nuovo
programmaquadrodellaCommissioneEuropea
per la ricerca -Horizon2020 - dovenel periodo
2014/2020vengonomessi adisposizione
oltre70mlddi euroedoveunodei pilastri è
proprioquellodella leadership industriale.
Tragli ingredienti strategici di unaprossima ri-
presasi affermasenzadubbio ladiversificazione
dei settori applicativi.Ci sono inoltrebuone
possibilitàche l’automazioneMade in Italypossa
tornare rapidamenteadareuncontributosigni-
ficativoalla ripresaoccupazionale, investendo
inmodopiùsignificativo incapitaleumano.
A favoredel settoredell’automazionegioca il
fattodi essere riconosciutoa livellomondiale
per lesuecapacitàdi problemsolving, l’estrema
flessibilitàe la rapiditàdi reazionenell’adattarsi
allenuovedomandedelmercato, dal design
deimacchinari allemodalitàdi fornitura.Ma
per darepienocorsoaquestepotenzialità
bisogneràsuperare il deficit di credibilità inter-
nazionaledi cui il sistemaPaesehasofferto in
questi anni. Solocosì saràpossibile recuperare
lafiduciadegli investitori edei clienti stranieri
riportandoli asvilupparealcuneattività in Italia.
Sedaun lato, quindi, la ripresadei consumi
e laconseguentecrescitaproduttivasono
l’aspetto imprescindibileper generareuna
concreta inversionedi tendenza, èchiaroche
aspetti quali ladiminuzionedel pesofiscale
sulleaziendee ladisponibilitàdi strumenti
piùflessibili nellacontrattazione traaziendae
dipendenti possonocontribuire inmododeci-
sivoanuovi investimenti in risorseumane.
Spostando l’analisi sul lungoperiodo, un recente
studiopubblicatodall’Ocseprevedeper lepros-
simedecadi un ritmodi sviluppodell’economia
italianadecisa-
mentecontenuto
(+1,4% inmedia
annuaal 2060).
Inquestocontesto
di bassacrescita
internasi conferma
pertantocruciale
il contributoche
il canaleestero
puòoffrireallo
sviluppodell’in-
dustrianazionale.
Infatti, inmolti seg-
menti dell’offerta leesportazioni rappresen-
tanoormai piùdellametàdel volumed’affari
complessivo. Il percorsodi aperturaaimercati
esteri nonè tuttaviaesentedacriticità. Ladi-
pendenzadal canaleesteropuò rappresentare
un rischio, esponendo l’industrianazionalealle
esogenedellacongiuntura internazionale.
Per garantirecontinuitàall’attivitàaziendale
manca, rispettoamolti dei diretti competitor
industriali europei prima fra tutti laGermania,
unasolidabasechedovrebbeesserecostituita,
appunto, dalladomanda interna. L’internaziona-
lizzazionepuò rappresentareuncosto rilevante
per lepiccoleemedie impresedi cui ècostituito
ingranparte il tessutomanifatturiero italiano,
soprattutto inunmomentodi scarsa liquidità
e forti vincoli finanziari come l’attuale.Queste
dinamichehannoun impattoelevatosumargini
e redditivitàaziendali. Per intercettarenuovi
spunti di crescita le impresedevonopuntaresu
flessibilitàecapacitàdi adattamentoaimuta-
menti delloscenario. L’incertezzanel panorama
macroeconomico imponedi operare inmercati
semprepiùmutevoli ediversificati. Il camminodi
internazionalizzazioneèunprocesso incontinuo
divenireche, fortedel bagaglioconoscitivoacqui-
sito, si rafforzerànei prossimi anni coinvolgendo
areedi destinazioneemodelli di businessdiver-
sificati. Il ritornodei Paesi emergenti edi alcune
economieavanzate inunpercorsodi crescitapiù
sostenuta forniranno linfaaqueste tendenze.
Nodo importanteper la tenutadelleesporta-
zioni dei settori tecnologici nel 2013èstato
il rafforzamentodella ripresanel tradizionale
mercatodi sboccoeuropeo.Nonostante le forti
strategiedi diversificazionegeograficaportate
avanti dalle impresenegli ultimi anni, l’Unione
Europeamantiene infatti il primatodi principale
mercatodi sboccodelle tecnologienazionali.
Nel 2013si èevidenziato inoltreun ritmodi
crescitasostenutodelleesportazioni verso il
MedioOrientee l’AsiaOrientale. Fra imercati
tradizionali, segnali di vitalitàdelladomanda
sonoemersi anchenegli StatiUniti, che rico-
pronoun ruolo importantecomequartoPaese
di destinazionedelle tecnologienazionali.
Anie
FEBBRAIO2014
17
I principali attori delmercato ipotizzanouna
crescitanel prossimobiennio, anchese le
aspettativesonoquelledi una ripresacontenuta
Per leprossimedecadi
si prevedeun ritmodi
sviluppo dell’economia
italianadecisamente
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