dicembre 2012
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non solo che qui continui ad esistere una
struttura, ma che questa si sviluppi e cre-
sca, per supportare tutto il lavoro fatto
altrove. Allo stesso modo, saremo noi di
Amisco Italia a garantire per il lavoro che
verrà fatto nella sede in Repubblica Ce-
ca, e così sarà anche negli Stati Uniti: in
quanto Amisco Cina è una fabbrica euro-
pea in Cina, e non un fabbricante cinese
che produce prodotti europei. In questo
approccio c’è una enorme differenza di
filosofia, e qui va cercata la chiave del
successo della nostra strategia di interna-
zionalizzazione”.
Risorse umane e formazione
La difficoltà maggiore di queste opera-
zioni - continua Cesare Novellone -, per
una piccola azienda italiana come la no-
stra, non sono i costi in termini monetari,
ma gestire le risorse umane che devono
seguire l’avviamento, soprattutto dal
punto di vista produttivo: il nostro è un
prodotto ad elevato contenuto tecnico e
richiede una presenza in loco molto com-
petente; occorre investire molte risorse
prima di riuscire a sviluppare queste com-
petenze in una realtà nuova. Sotto que-
sto aspetto in Cina si può contare su una
situazione di grande flessibilità riguardo
la manodopera: ma di contro l’alto tas-
so di turn over comporta difficoltà nella
formazione professionale. Il costo del la-
voro è ancora notevolmente basso rispet-
to all’Italia, ma sta crescendo a un ritmo
del 20% l’anno. In ogni caso, riguardo al
costo del lavoro, quello che ci interessa
è che sia allineato alla crescita locale, in
quanto noi là lavoriamo solo per il mer-
cato cinese”. E lo stesso discorso vale per
gli Stati Uniti: “Non abbiamo nemmeno
idea se sarà un ‘green field’, oppure se
partire da una realtà già esistente: ci so-
no infatti aziende che in questo momen-
to stanno soffrendo moltissimo, dove sa-
rebbe facile entrare, il che offre vantaggi
prodotti identici a quelli della Casa Ma-
dre per qualità, procedure di produzio-
ne, materiali e macchinari. Per questo
anche le bobine Amisco fabbricate in
Cina si collocano in una fascia di prezzo
a metà tra quello europeo e quello di un
concorrente cinese. In tal modo, Amisco
offre ai propri clienti nel mondo il van-
taggio di comprare nel loro Paese lo stes-
so prodotto che già acquistano dall’Italia,
senza dover sostenere nuove e lunghe
qualificazioni dei fornitori, in quanto la
bobina, pur non essendo un prodotto
tecnologicamente avanzato, deve avere
caratteristiche di affidabilità importanti e
non tutte immediatamente riscontrabili
al collaudo iniziale; e queste possono es-
sere garantite solo dall’esperienza e dalla
preparazione degli operatori.
Pur essendo cresciuta con una propria
struttura di sviluppo prodotto e proget-
tazione locale, la filiale cinese si con-
fronta sempre con la progettazione in
Italia, e qualunque progetto autonomo
venga fatto a Shen Zhen, viene poi vali-
dato qui a Paderno: tutta la parte quali-
tativa la gestiamo noi, compresi eventua-
li reclami. In sostanza, noi garantiamo al
cliente, anche se la produzione è fatta
in Cina, che siamo noi come Amisco a ri-
spondere del prodotto, e questo implica
ma anche svantaggi, perché è difficile
cambiare un’impostazione di lavoro già
esistente: e se guardiamo il processo tec-
nologico che sta dietro al prodotto bobi-
na, in Europa siamo molto più avanti de-
gli Stati Uniti, dove pure cominciano ad
avere bisogno di prodotti più sofisticati
rispetto al loro attuale utilizzo”.
Prospettive globali
e integrazione europea
Guardare ai mercati internazionali per
vivere e sopravvivere è il messaggio di
Amisco, superando le difficoltà che tali
operazioni rappresentano per le PMI
italiane: “Quando abbiamo affrontato
il progetto della creazione di una real-
tà produttiva in Cina, ci siamo accorti
che per piccole aziende come la no-
stra, aiuti da strutture governative non
ce ne sono. Il tessuto italiano in real-
tà, come sappiamo, è fatto di piccole
e medie imprese, ma gli aiuti vengono
dati solo a quelle grosse. Oggi la mag-
gior parte del nostro fatturato è rivol-
ta all’estero, per cui non entriamo nel
merito delle politiche in Italia, in quan-
to il discorso italiano ci tocca poco. Noi
che lavoriamo per l’estero facciamo
parte di un sistema che trascende il
discorso interno, e il nostro è un pro-
blema di Europa: senza l’Europa e una
comunità europea, penso che la stessa
Germania sia destinata a retrocedere.
Se guardiamo alle potenze emergenti,
e ipotizziamo delle proiezioni per il fu-
turo, fra dieci anni ci saranno Stati Uni-
ti, Cina, India, forse il Sud America, ma
i singoli Paesi europei non saranno più
presenti nella top list dei dieci Paesi più
industrializzati. Io credo fermamente
che il discorso dell’Europa debba svilup-
parsi, fino ad arrivare a una vera inte-
grazione europea”. Integrazione, inter-
nazionalizzazione e qualità sono quin-
di la formula per il successo di Amisco.
Le bobine Amisco per il
settore della pneumatica.