dicembre 2012
23
questo tunnel. Si tratta ora di trovare
i franchisee in giro per il mondo: stia-
mo avviando e portando avanti con-
tatti con la Cina, con la Turchia, con il
Sudafrica, la Corea, la Russia. Quando
il primo esempio nascerà, dando dimo-
strazione di saper funzionare, siamo
convinti che si aprirà un’interessante
fase di sviluppo internazionale che po-
trà coinvolgere tanti Paesi e permette-
re a tante aziende piccole e medio-pic-
cole di cominciare a farsi conoscere dai
clienti internazionali”.
Insieme si vince
Chiaramente, tutto parte dall’aggre-
gazione tra aziende: “Una cosa è ave-
re un bel prodotto con un marchio che
è riuscito con il tempo a rafforzarsi e
farsi conoscere nei mercati. Altra cosa
è portare dei prodotti, magari altret-
tanto buoni e di ottima qualità, che
purtroppo sono meno conosciuti. È
qui che la forza di penetrazione deri-
va dal fatto di unirsi ad altri prodotti
di altri marchi anche loro meno cono-
sciuti ma che nell’insieme, sotto questo
magnifico cappello del Made in Italy,
possono effettivamente far capire che
il prodotto italiano, anche quando
meno conosciuto, ha sempre un suo
valore aggiunto superiore ai prodotti
concorrenti: quello di essere Made in
Italy. Made in Italy che tutti dovrem-
mo continuare a migliorare in ogni
suo aspetto, per non deludere i clien-
ti internazionali e, allo stesso tempo,
per continuare a dimostrare come noi
sappiamo essere differenti dai prodotti
di altri Paesi emergenti e con costi ben
inferiori ai nostri. Dobbiamo insegnare
e comunicare al mondo che dietro i no-
stri prodotti c’è una storia, una cultura,
una tradizione, una manodopera uni-
ca, un’artigianalità con capacità e abili-
tà straordinarie. Dobbiamo continuare
a fare e a fare bene perché noi siamo
differenti”.
Proteggere il Made in Italy
In tempi di crisi, come quello attuale,
in cui le aziende faticano a reperire i
crediti per i propri investimenti, forse
sarebbero necessari degli interventi da
parte del Governo. “Senza dubbio, ma
è altrettanto vero che anche le aziende
e le associazioni che le rappresentano,
devono oggi, a loro volta, crederci, - di-
ce Zegna - investire, collaborare e fare
squadra. Sono convinto che quando c’è
un progetto, un’idea comune, forte,
valida, non a favore di un singolo ma
con un valore aggiunto che può esse-
re utile a molte aziende, ebbene anche
in momenti in cui le risorse sono scar-
se, da qualche parte si riesce a trovare
un aiuto economico. L’importante è
l’idea, la dimostrazione di crederci e di
farlo per un interesse comune”.
Un altro fattore essenziale per la com-
petitività delle nostre imprese è indub-
biamente quello della riduzione dei
costi. “Oggi è un grosso impedimen-
to avere dei costi in eccesso, di fronte
a una concorrenza che è sempre più
snella, più brava, più esperta, e che
può beneficiare di costi decisamente
più bassi. Noi sappiamo, come ho det-
to, che dobbiamo correre sempre più
forte per mantenere il vantaggio sui
concorrenti. Non possiamo però farlo
se ci presentiamo in gara con, in spalla,
uno zaino appesantito di pietre: dob-
biamo trovare un modo per recuperare
snellezza e velocità. Solo così potremo
continuare ad investire nelle nostre ca-
pacità, inventiva e creativa, per creare
nuovi modi di correre, per sviluppare
delle tecniche di gara sempre diverse e
competitive. La nostra immaginazione
e la nostra innovazione, tutte italiane,
senza dubbio continueranno a fare la
differenza. Molti, nonostante le diffi-
coltà del momento, ci credono. Il pro-
verbiale individualismo italiano - con-
clude Zegna - sta lentamente lasciando
spazio al lavoro di sistema: sempre più
aziende e attori della nostra economia
nazionale ci credono. È il momento
giusto per passare all’azione e per dare
dimostrazione collettiva di tutto il va-
lore del nostro Made in Italy”.