dicembre 2012
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puntare sulla crescita dimensionale
delle aziende, migliorarne la struttu-
ra finanziaria e agevolare l’accesso
al credito. Il Governo Monti ha reso
possibili misure importanti all’insegna
dell’equità generazionale, ha aperto la
strada agli sgravi fiscali per le imprese
che assumono giovani e favoriscono
l’occupazione: ora ci aspettiamo inter-
venti specifici per favorire le start-up. I
costi burocratici e fiscali per chi vuole
avviare un’impresa sono ancora troppo
alti rispetto a Paesi come la Germania
o gli Usa”.
I costi dell’approvvigionamento
energetico per le aziende italiane
sono i più alti in Europa. Diventa
necessario che il Governo presenti un
piano nazionale in questo senso che
si attende da anni?
L’energia ha un costo altissimo che
pesa sulle imprese e sui cittadini. La no-
stra classe dirigente, nel rispetto della
volontà degli italiani, deve mostrarsi
capace di prendere delle decisioni sul
lungo periodo in maniera logica e luci-
da, e adoperarsi con una seria politica
per la messa in sicurezza dell’approvvi-
gionamento energetico nazionale. Gli
investimenti pubblici e privati vanno
orientati verso l’efficienza energetica,
che consente non soltanto il raggiun-
gimento degli obiettivi europei in ma-
teria di cambiamenti climatici, ma crea
lavoro e abbassa i costi a carico dei sin-
goli e delle aziende”.
Il costo del lavoro in Italia è un altro
grosso problema. Cosa si potrebbe
fare per abbattere questo peso?
Il costo del lavoro è sproporzionato
rispetto alla retribuzione netta, con
evidenti effetti negativi sulla compe-
titività delle aziende e sul potere d’ac-
quisto dei lavoratori. Bisogna creare un
legame a doppio filo tra retribuzioni
e capacità di creare ricchezza, con in-
centivi alla produttività e anche una
maggiore detassazione sui premi. Sul
lavoro il Governo ha lavorato molto,
ma c’è ancora tanta strada da fare: gli
sforzi di tutti non basteranno, se si con-
tinua a leggere il presente con le lenti
del passato. Per questo come Giovani
Imprenditori continueremo a insistere
affinché i provvedimenti volti a favo-
rire lo sviluppo non si basino su un si-
stema produttivo e sociale che già non
esiste più”.
Il mercato interno è latitante,
mentre le esportazioni continuano
a reggere. Vi sono misure da
prendere per aiutare le aziende
ad affrontare i mercati esteri e
l’internazionalizzazione?
Le eccellenze del territorio devono es-
sere valorizzate puntando soprattutto
sull’export. La sfida dell’internaziona-
lizzazione impone di far crescere le im-
prese, anche in termini di dotazione di
capitale proprio.
È necessario, inoltre, agire anche a li-
vello locale sul settore creditizio per
ricostruire la fiducia fra banche e im-
prenditori. Per vincere sulla compe-
tizione internazionale è, infatti, cru-
ciale attivare un processo continuo di
innovazione. Imprescindibile crescere
anche a livello di filiere produttive, ca-
paci di mettere a sistema innovazione
e internazionalizzazione: un passaggio
possibile attraverso la semplificazione
delle procedure e la creazione di reti
d’impresa”.