dell’internazionalizzazione. “Il Sud
America è una parte molto importan-
te dell’economia, un protagonista, co-
me l’Est Europa, in particolare la Rus-
sia. Stiamo studiando queste aree, per
il futuro saremo obbligati a prenderle
sempre più in considerazione. Ciò
comporterà investimenti molto impor-
tanti, in linea con un business plan di
un certo tipo. Questi Paesi sono un’iso-
la particolare, per avvicinare la quale
occorre essere adeguatamente attrez-
zati, con delle strategie opportune”.
Spostando la produzione all’estero
si riesce a mantenere e difendere un
Made in Italy? “Per quanto ci riguar-
da riusciamo benissimo a mantenere
quest’impronta di italianità. In primo
luogo perché siamo un gruppo ita-
liano e quando delocalizziamo parte
della produzione in Paesi un po’ me-
no evoluti tecnologicamente, il Made
in Italy fa la differenza e viene molto
apprezzato. Dietro il prodotto ci sono
una ricerca, uno studio e una messa
a punto tutti italiani. In Italia mante-
niamo la produzione di applicazioni
ra commerciale. È questo che rende la
UFI Filters Hydraulic Division una mul-
tinazionale che ragiona in grande, ma
dotata della flessibilità della piccola me-
dia impresa. È grazie a quest’ultima che
l’azienda ha sempre potuto rispondere
tempestivamente alle esigenze di mer-
cati nuovi, secondo il motto aziendale
We take care’.
Progetti futuri
Il 2012 è stato un anno particola-
re - commenta Sancassiani - . Il primo
semestre è stato positivo, il secondo
invece ha subìto la crisi globale. La
cosa è particolare perché il settore
dell’oleodinamica ne tocca tanti altri,
da quello agricolo, alle macchine mo-
vimento terra, a quello dell’energia.
In qualche modo, anche in momenti
difficili, si trova una via d’uscita. La
seconda parte del 2012, invece, la crisi
ha coinvolto tutti quanti i settori, sin-
tomo di un’anomalia, difficile da inter-
pretare”.
La Hydraulic Division di UFI Filters in-
tende tuttavia proseguire sulla strada
tecnologicamente più avanzate. Il pro-
dotto viene sempre costruito in Italia
e poi esportato in loco. Così il Made in
Italy è sempre presente. Questo nono-
stante il costo del lavoro in Italia sia al-
to, così come il peso fiscale sulle azien-
de e sulle persone fisiche. È anche vero
che la produttività e l’efficienza in Ita-
lia sono più alte rispetto a quelle pre-
senti in altri Paesi dove magari il costo
del lavoro non è così pesante. Si pos-
sono fare anche in Italia delle ottime
economie di scala per la produzione
di quei prodotti dove non è richiesto
un massiccio impiego di manodope-
ra. Nel nostro settore, ogni famiglia
di prodotti presenta problemi diversi
che vanno affrontati di volta in volta
per una valutazione dei costi e bene-
fici che si possono avere in Europa o in
altri Paesi”.
I fattori che determinano la scelta so-
no, per Sancassiani, “il tipo di applica-
zione, l’affidabilità che deve fornire
un certo prodotto, la quantità. Molto
di ciò che produciamo implica molta
manualità, e quindi in questo caso ha
senso andare dove il costo del lavoro
incide meno”. Non teme che produrre
in Cina o in India possa esporre i vostri
prodotti a copiature? “Anche all’este-
ro la concorrenza va considerata come
stimolo al miglioramento. Ci vuole, fa
bene, serve anche a noi. Chi copia arri-
va in ogni caso secondo. Alcune azien-
de europee attive in Cina nel settore
dell’oleodinamica hanno dato licenze
di costruzione per loro prodotti. La
loro innovazione li ha però portati a
svilupparne di nuovi, per cui quelli che
hanno precedentemente dato in licen-
za sono già superati.
In un mondo globale, aperto, chi pensa
di chiudere i cancelli per limitare la con-
correnza, credendo di ripararsi dietro il
protezionismo, sbaglia. La concorrenza
c’è e fa bene”, conclude Sancassiani.
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dicembre 2012
La nuova serie PG, per applicazione su linea di pressione fino a 50 bar di esercizio.
I filtri TA-TB sono la soluzione per circuiti oleodinamici combinati con una trasmissione idrostatica.