dicembre 2012
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secondo Sanclemente, è il costo del
lavoro: “Sul costo della manodopera,
dobbiamo capire che l’Italia appar-
tiene all’Europa, e quindi dobbiamo
competere con la Germania e la Fran-
cia, non pensare di dover competere
con la Cina.
In Italia il costo del lavoro non è di mol-
to inferiore a quello della Germania,
tuttavia il salario effettivo percepito dai
lavoratori è molto più basso di quello
dei tedeschi in quanto una gran parte
dello stesso è destinato ad oneri socia-
li e fiscali che sono assai alti. Inoltre in
Germania il sindacato è nei consigli
d’impresa, è molto più unito e ben fi-
nanziato, mentre in Italia i sindacati
sono tutti divisi in sigle legate ai diversi
partiti, che faticano a mettersi d’accor-
do”. Altro è poi il discorso dell’Est: “Le
lavorazioni diventano sempre più raffi-
nate - dice Sanclemente -, e un tornio di
elevata qualità in Cina costa più che in
Europa, ma l’efficienza che si raggiunge
da noi è molto più alta, per cui appena
i salari in Cina si alzeranno, anche là le
cose dovranno cambiare ed evolvere,
senza contare che presto o tardi comin-
ceranno a sorgere le prime rivendica-
zioni, in quanto ora tutta la ricchezza si
accumula nelle mani di pochi”.
durre ad aziende piccolissime, mentre
la media e grande impresa è legata più
alla finanza che alla produzione, e c’è
meno possibilità di far capire la bontà del
prodotto. “La PMI è quella che sostiene
il Paese, e sono tante le aziende arrivate
a certi livelli di sofisticazione, le ho viste
crescere in questi 50 anni nel settore, il
loro numero aumenta e diventiamo più
concorrenziali. Nel campo dei contoter-
zisti c’è un livello produttivo buono, pro-
fessionisti che conoscono bene i mercati
e i prodotti: i tedeschi vengono da noi ad
acquistare, così come le aziende francesi,
e ultimamente anche aziende brasiliane.
Le nostre aziende quindi prudoconomol-
ti particolari per il mercato estero anche
se per i pezzi piuttosto complessi non sia-
mo ancora riusciti a raggiungere le quan-
tità prodotte in alcuni Paesi concorrenti.
Un esempio sono i francesi che per anni
hanno realizzato quantità non molto su-
periori a quelle italiane. Negli ultimi anni
la tendenza si sta invertendo e in Francia
l’importazione di macchine sofisticate ha
superato l’Italia; per questo motivo Fran-
cia e Germania risentono meno della crisi
di quanto non accada nel nostro Paese”.
Manodopera e politiche del lavoro
Quello che penalizza il nostro sistema,
Trend di mercato e futuro
La crisi, oltre a un’accelerazione dello
sviluppo tecnologico, ha portato alla
riduzione della differenziazione delle
macchine, come spiega Sanclemente:
I torni oggi diventano centri di la-
vorazione su cui si fanno moltissime
operazioni che prima erano eseguite
fuori macchina, e questo consente alle
aziende di avere meno macchine per
finire il pezzo con le moltissime lavo-
razioni introdotte per diventare più
concorrenziali”. Inoltre, i clienti cer-
cano di ridurre al minimo i costi e non
fanno più magazzino, per cui i terzisti
devono poter passare velocemente da
una produzione all’altra per risponde-
re alle richieste in breve tempo senza
esporsi al rischio di farsi loro stessi un
magazzino. Quindi alle macchine si ri-
chiedono flessibilità massima e la pos-
sibilità di passare da un pezzo all’altro
in breve tempo, e con fermi macchina
ridotti al minimo: “Un’ora di lavoro
in meno costa molto al cliente, quindi
vogliono un’assistenza immediata, e
qui il teleservice, che già facciamo, si
imporrà sempre di più: quest’anno, in
periodo di crisi come questo, abbiamo
assunto due tecnici”. E più impegnati-
vo si è fatto in generale il rapporto di
assistenza con il cliente, su molti fronti,
per cui oggi occorre anche fornire ser-
vizi pre-vendita, studiare il pezzo e la
soluzione, fare i tempi di ciclo e corsi di
programmazione ai clienti. E per quan-
to riguarda il futuro, conclude San-
clemente: “Siamo andati così male in
questi anni che non c’è che da pensare
che si cominci a migliorare: la gente ha
fiducia nel futuro, altrimenti non si im-
barcherebbe in progetti con macchina-
ri così complessi. Ci aspettano ancora
alcuni mesi duri da superare per tutti,
ma a mio parere si potrebbero intrave-
dere dei miglioramenti a partire dalla
seconda metà del prossimo anno”.
Il modello Index
R200, macchina
con due unità a 5
assi interpolabili.