Editoriale
luca.rossi@fieramilanomedia.itrmo
novembre/dicembre 2014
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Siderurgia,
serve
una visione
strategica
Partiamo da una constatazione. Nei Paesi avanzati l’industria siderurgica è stretta
nella morsa tra la congiuntura che frena la domanda di prodotti e l’innovazione
tecnologica che rende l’acciaio sempre più sostituibile da altri materiali. La combi-
nazione di questi due fattori ha portato a chiusure su vasta scala di stabilimenti side-
rurgici in gran parte d’Europa, in America e in Giappone. Nei principali Paesi europei
si è optato per una forte riduzione dell’importanza del settore. In Gran Bretagna
l’allora primo ministro Thatcher sostanzialmente ne favorì la chiusura. I francesi e i
belgi hanno adottato soluzioni più graduali vendendo i nodi siderurgici più impor-
tanti a grandi imprese dei Paesi emergenti, a cominciare da quelle indiane. Solo i
tedeschi sembrano aver impostato una politica più articolata, basata su un’accen-
tuata diversificazione verso tipi di acciaio in grado di competere con i nuovi materiali.
L’Italia, invece arranca senza una benché minima lungimirante visione di prospettiva,
autocondannandosi a una continua gestione delle emergenze: dallo scontro giudi-
ziario e ambientale all’Ilva di Taranto alla ventilata chiusura e vendita di Piombino
passando per la situazione esplosiva in corso a Terni. Una incertezza gestionale che
il Paese sta pagando a caro prezzo perché il mercato nazionale dell’acciaio sta di-
ventando preda con facilità dei nostri competitor stranieri: turchi, russi, indiani ma
anche francesi, tedeschi e olandesi. Nel giro di un anno, il 16% di acciaio straniero
in più ha oltrepassato le nostre Alpi, aggiungendo a questo flusso inarrestabile un
altro 40% in più di acciaio di provenienza extracomunitaria.
Per impostare una politica siderurgica occorre muoversi in una prospettiva di crescita
di lungo periodo di quei settori verso i quali si indirizzerebbe la futura produzione
di acciaio: i veicoli a motore e le costruzioni, l’edilizia residenziale e le grandi opere
pubbliche. Solo così è realisticamente possibile stimare l’entità degli investimenti
dell’industria siderurgica italiana, il suo fabbisogno energetico, il volume dell’occu-
pazione da creare o mantenere.
In sostanza, si tratta di indicare una strategia di prospettiva per l’Italia
@lurossi_71