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EDITORIALE

LUCA ROSSI

progettare

398

MAGGIO

2016

@lurossi_71

luca.rossi@fieramilanomedia.it

Le imprese italiane

le più tassate d’Europa

Tartassate: quando si parla di fiscalità sulle imprese l’Italia indossa la maglia nera d’Europa.

È quanto emerge dal rapporto annuale di Banca Mondiale e PWC ‘Paying taxes 2016’ che

prende in considerazione 189 Paesi del mondo, suddivisi per macroaree. Secondo questa

analisi, le condizioni della regione europea formata da Paesi UE e Aels (Norvegia, Svizzera,

Islanda, Liechtenstein) nell’ultimo anno sono complessivamente migliorate: venti economie

del continente hanno fatto riforme con l’obiettivo di abbassare le aliquote di prelievo sui profitti

delle imprese portando ad una riduzione della media regionale dal 41,2% al 40,6%. Molto

lontano da questa media, al 64,8%, l’Italia ha la peggiore performance continentale.

Il rapporto indica nell’alta spesa pubblica dei Paesi della zona Euro una delle ragioni principali

dell’alta pressione fiscale sulle imprese: in rapporto al PIL la spesa pubblica nel 2014 era

del 49% rispetto a una media Ocse di poco più del 40%. L’elevato cuneo fiscale in alcune

economie dell’Europa continentale sembra essere il fattore che più contribuisce all’alto tasso

di disoccupazione: Spagna, Italia e Francia hanno tassi di disoccupazione più alti delle principali

economie dell’UE e hanno un elevato cuneo fiscale. I Paesi con un cuneo fiscale inferiore

al 30% sembrano avere una migliore esperienza di lavoro: nel Regno Unito e negli USA il

tasso di disoccupazione è appena al di sopra del 5%, in Giappone e Corea è circa il 3,5%, in

Messico e Cile 5-6%.

Il paradosso italiano emerge anche nelle ore perse per pagare le tasse: se nell’area europea

si è verificato un calo generalizzato in Italia è stata introdotta un’altra tassa sulle imprese che

ha fatto aumentare di un’ora il totale delle ore necessarie per gli adempimenti fiscali. In Italia

le imprese perdono 269 ore all’anno (più di 11 giorni) rispetto a una media europea di 173 ore

e mondiale di 261 ore. Nella zona europea peggio dell’Italia ci sono soltanto Polonia (271),

Portogallo (275), Ungheria (277), Repubblica Cieca (405) e Bulgaria (423).