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progettare 384
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OTTOBRE
2014
Il caos internazionale è alle stelle. L’incertezza geopolitica è ai limiti di guardia. I focolai si
moltiplicano. Eppure i mercati finanziari sembrano non mostrare turbamento: le Borse
sono addirittura cresciute in questi ultimi mesi e gli scambi obbligazionari mostrano tutta la
loro tonicità. Ma mentre nei santuari dell’economia finanziaria sembrano fare spallucce alla
situazione contingente nelle aziende dell’economia reale sale l’incertezza e il timore per una
tenuta quotidiana.
A causa dell’instabilità politica nata con la Primavera araba, Sace ha calcolato che la sola Italia
ha perso ben 16 miliardi di export nel periodo 2011-2013. Solo in Russia e in Ucraina, lo
scorso anno i Paesi dell’Area
euro hanno esportato
rispettivamente 86,8 e 12,8
miliardi di euro. Le tensioni in
quelle zone, ma soprattutto
le sanzioni internazionali,
ridurranno senza dubbio
questi numeri nel corso di
quest’anno. Per non parlare
dellematerieprime,datoche
l’Europa secondo i dati del
WTO attinge il 30% del gas
di cui necessità da Mosca.
Il Medio Oriente e il Nord
Africa hanno certamente
un peso minore sulla
bilancia commerciale ma.
comunque non irrilevante.
Secondo i dati Sace, l’export dei Paesi dell’Area euro verso Libia, Egitto, Tunisia, Siria e Iraq è
ammontato a 33 miliardi di euro: un terzo rispetto all’interscambio con Russia e Ucraina ma
si somma a un quadro che si ripercuote ulteriormente sulla già debole economia europea.
Tra tanti dati destinati ad aggiornarsi con l’evolversi degli eventi, uno appare da subito
incontrovertibile:sulfondodiquestadrammaticacrisigeopoliticamondialesistaglianuovamente
lo scontro tra due approcci: quello dell’economia virtuale, fatta da freddi algoritmi matematici
e speculazioni di Borsa, e quello dell’economia reale, fatta dalla passione quotidiana e dalla
metodica determinazione.
@lurossi_71
Nel caos geopolitico,
due approcci all’economia
EDITORIALE
LUCA ROSSI