Alluminio, prospettive e opportunità in vista di Metef a marzo 2023

Pubblicato il 28 novembre 2022
Metef industria alluminio fonderia pressocolata Mecspe

Nonostante le tensioni geopolitiche, l’Osservatorio Mecspe relativo al secondo quadrimestre 2022 sulle imprese dell’alluminio mostra come le aziende del comparto intendano avviare un percorso di crescita nei prossimi anni (76%), grazie all’utilizzo di fondi privati e pubblici (42%) o per alcuni tramite quotazione in borsa (5%).

Ad agitare il comparto è la possibilità di eventuali sanzioni all’alluminio russo, con il peggiorare del conflitto in Ucraina, che si aggiunge alle difficoltà di reperimento di materie prime e caro energia, che da solo preoccupa il 57% delle aziende della filiera in Italia. La situazione corrente ha effetti diretti sull’andamento delle imprese, che nel secondo quadrimestre hanno subito una contrazione rispetto al primo quadrimestre 2022: sono cinque su dieci quelle a dichiararsi soddisfatte e con un portafoglio ordini adeguato (55%) e la maggior parte (68%) ha poca fiducia per il futuro.

Bene invece l’export del settore (72%), in particolare verso territori chiave per la catena del valore dell’alluminio, come Germania, Francia, Spagna e Polonia, con crescita delle esportazioni in Medio Oriente (27%) e Nord America (33%). Un’occasione per approfondire le possibilità di sviluppo del settore, in un contesto europeo e internazionale, sarà quindi offerta da Metef, l’expo internazionale per l’industria dell’alluminio, fonderia e pressocolata, che si terrà a BolognaFiere dal 29 al 31 marzo 2023. La manifestazione, organizzata da Senaf, si svolgerà in contemporanea a Mecspe, evento dedicato alle innovazioni per l’industria manifatturiera.

Metef fungerà quindi da luogo privilegiato per il confronto anche sulle azioni da mettere in campo per affrontare questo periodo di incertezza e difficoltà. L’aumento dei prezzi delle materie prime ha avuto un impatto negativo per il 94% delle imprese, colpite anche da caro energia (77%) e inflazione (55%). Una situazione che preoccupa e che ha prodotto aumenti dei prezzi dei prodotti finiti (83%), ritardi nelle consegne (65%) e una crescita inferiore alle aspettative (43%). Si ricercano allora soluzioni possibili per affrontare questa fase, in primis cercando di ridurre i costi di produzione attraverso azioni di ottimizzazione ed efficientamento (52%), l’installazione di impianti di produzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili (56%), l’uso di dispositivi a basso consumo energetico (74%) e l’isolamento termico degli edifici (37%).



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