Acciaio, produzione in calo e domanda debole nell’analisi siderweb

Pubblicato il 22 settembre 2022
siderweb aumento prezzi acciaio guerra Ucraina

Incertezza e squilibrio fiaccano il mercato dell’acciaio in Italia e a livello internazionale, al rientro dopo la pausa estiva, con a pesare l’allarme per il caro energia. E’ quanto rileva siderweb, che riportando i dati Federacciai vede la produzione di acciaio in Italia scesa del 14% a giugno 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021, e del -27% a luglio, facendo registrare il peggior luglio degli ultimi 20 anni.

Il quadro generale di forte incertezza è quindi figlio soprattutto del conflitto russo-ucraino e delle sue ripercussioni sui costi dell’energia e sulla supply chain, che provano forti scompensi al comparto siderurgico, con la convivenza di forze contrapposte che rendono il mercato di difficile lettura. “C’è confusione – spiega Stefano Ferrari, responsabile Ufficio Studi siderweb – e squilibrio. Uno squilibrio che è di tali dimensioni che difficilmente potrà durare ancora a lungo, almeno a livello teorico: le forze del mercato, infatti, tendono a correggere le anomalie, generalmente in periodi abbastanza brevi. Essendo però queste anomalie legate a elementi extra-mercato, come la guerra, temo che bisognerà aspettare ancora per il ritorno alla normalità”.

In difficoltà è anche la domanda apparente (ovvero la quantità di acciaio consumato all’interno di un Paese, proveniente da produzione nazionale e importazioni al netto dell’export): le vendite dei centri servizi italiani sono calate del 17% a luglio, e le previsioni Eurofer vedono in diminuzione anche il consumo apparente in UE, del -1,7% nel 2022 rispetto al 2021. La domanda reale dovrebbe invece chiudere l’anno in positivo in UE, +1,5% rispetto al 2021.

Nonostante la domande debole, si registrano tuttavia spinte verso un rimbalzo dei prezzi: la prima è legata all’andamento dell’energia, il cui costo è fuori scala rispetto alla media storica. In secondo luogo, gli stock della filiera siderurgica che sono mediamente bassi. Quanto ai costi energetici, “le quotazioni al TTF da settembre a oggi hanno visto quattro ondate rialziste di magnitudine crescente – sottolinea Achille Fornasini, partner & chief analyst di siderweb -. Un’anomalia che sta mettendo in crisi il nostro settore industriale. A ogni fase espansiva sono seguite correzioni, dovute ad attese di una sistemazione del mercato. Oggi stiamo vivendo una fase correttiva, ma restiamo su livelli molto alti, inaccettabili, superiori all’ultimo record storico di marzo 2022. È un mercato molto speculativo e qualche intervento migliorativo sui meccanismi sarebbe doveroso, ma è difficile che avvenga in tempi rapidi”.

Siderweb riporta quindi i punti di vista di alcuni operatori del settore in Italia: “Nell’ultima parte dell’anno – ha dichiarato Andrea Gabrielli, presidente del Gruppo Gabrielli di Cittadella (PD) – si assisterà ad una ripresa delle quotazioni, dovuta al fatto che i produttori hanno la necessità di compensare l’impennata dei costi energetici. La volatilità dovrebbe essere molto più contenuta rispetto alla prima parte del 2022. Ci si augura che il consumo torni su livelli adeguati, in modo da ridurre la forte competitività che si è creata negli ultimi mesi”.

“Stiamo assistendo a un rimbalzo dei prezzi, piuttosto che a un cambio di tendenza – ha detto Simone Campanella, direttore generale di Duferco Travi e Profilati di San Zeno (BS) -. Rimbalzi a cui ritengo dovremo abituarci, se non ci saranno interventi per calmierare la volatilità dei costi energetici. Per fronteggiarla, cerchiamo di essere flessibili, ma in realtà mancano del tutto stabilità e certezze: di giorno in giorno ci troviamo a valutare se ci sono le condizioni per produrre o meno. Questo andamento ‘stop & go’ alla lunga è deleterio, ma credo che ci accompagnerà per l’intero inverno”.



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