Nel segno della continuità…

Dalla rivista:
Fluidotecnica

 
Pubblicato il 12 settembre 2002

Fluidotecnica: Anche sulla base del suo impegno quotidiano di manager di un’azienda di successo, quali sono i punti di forza e di debolezza delle realtà del settore nei confronti delle altre nazioni?

Villa: In un mercato senza frontiere, dove la domanda è trainata dai settori industriali più importanti e tecnologicamente avanzati, dove alla base c’è una forzata ricerca, la potenza fluida viene automaticamente trainata e coinvolta a sostenere un ruolo sempre più spinto e delicato. Alla base di questa evoluzione c’è la capacità di innovazione delle aziende produttrici che in un contesto competitivo internazionale sempre più agguerrito dovranno proporre un equilibrato mix tra prodotti standard a buon prezzo, soluzioni high-tech per clienti specifici e quindi, grande flessibilità produttiva, innovazione tecnologica, integrazione delle tecnologie elettroniche nelle soluzioni impiantistiche e ricerca di un sempre migliore rapporto qualità prezzo. Certo, sempre più accanita si farà la concorrenza e reggere la competitività sul mercato richiederà un ulteriore sforzo per le aziende produttrici, che dovranno imporsi delle scelte rigorose e precise avendo come confronto e come riferimento un mercato sempre più selettivo e una compagine d’offerta sempre più organizzata. L’azienda Italia in questo ultimo decennio è cresciuta molto, caratterizzata da sempre da una dimensione strutturale medio piccola, ha saputo trasformare questo apparente disagio dimensionale in un trascinante volano che gli ha permesso di conquistare posizioni rispettabili in ambito internazionale, dimostrando coi fatti e razionalità la propria competitività. Infatti, l’apparato produttivo, snello e reattivo, ha messo in risalto doti di flessibilità, esaltandone la capacità di far fronte alla filosofia commerciale orientata alla customer satisfaction. A tutto questo va aggiunta una adeguata capacità di gestione aziendale, di rivalutazione dei ruoli e delle risorse umane oltre alla capacità di progettare e realizzare prodotti, di elevata qualità e affidabilità, con un service pre e post vendita adeguato alle esigenze del mercato. Nel confronto con gli altri paesi tecnologicamente avanzati entrano in gioco altri fattori che non dipendono dalle imprese e dalla loro efficienza, ma dipendono dai governi, dalle riforme istituzionali e dal sistema paese a favore dell’economia, che in Italia è ancora precario. Come si usa dire, non si finisce mai di imparare: questo vale anche nel mondo del lavoro, dove i “modelli” sono le aziende che godono di dimensioni tali e di propria immagine costruita nel tempo e che sul campo ogni giorno si confrontano competitivamente con le aziende più piccole in un mercato caratterizzato dalla globalizzazione. Ci sono paesi tecnologicamente avanzati che propongono tecnologie e soluzioni definite “fredde”, razionali, programmate, perfette, di alta qualità; ci sono paesi che propongono tecnologie e soluzioni definite “calde” dove oltre al contenuto tecnico c’è estro e fantasia, flessibilità e capacità produttiva, passione e orgoglio; penso che si debba imparare sia dalla tecnologia fredda che dalla tecnologia calda.

Fluidotecnica: Il Fluidtrans Compomac è conosciuta e riconosciuta come la fiera del settore, la più importante al mondo degli anni pari. Come valuta i risultati in termini di espositori e visitatori dell’ultima edizione, anche alla luce delle altre fiere che si sono svolte nei primi mesi del 2002?

Villa: 813 aziende espositrici, provenienti da 27 paesi con significative presenze da Germania, Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti e Taiwan, 4 padiglioni del Portello pari a 50.000 mq di superfice espositiva, e oltre 32.000 visitatori: sono i numeri di un bilancio positivo se consideriamo che abbiamo dovuto fare i conti con un periodo congiunturale molto difficile, con molta incertezza, gli attentati del’11 settembre e le tensioni terroristiche. Complimenti alla segreteria organizzativa, F&M, per lo sforzo organizzativo compiuto e il risultato raggiunto. Ottima la scelta del Portello, un’immagine molto internazionale, anche se rimangono i problemi di viabilità per arrivare a Milano.

Fluidotecnica: Che cosa si potrebbe fare per rafforzare il “peso” del Fluidtrans Compomac, anche alla luce del proliferare delle manifestazioni al quale stiamo assistendo?

Villa: Il Fluidtrans Compomac è un patrimonio di Assofluid e dei due altri partner, Assiot e Vnu. Nata da una felice intuizione del dottor Tedeschi alla fine degli anni ‘60, è un’importante vetrina internazionale delle trasmissioni di potenza e movimento, comandi, controlli e progettazione, una fonte di reddito a cui non si può rinunciare. Assofluid organizzerà un incontro per cogliere dalla voce dei propri associati presenti come espositori all’ultima edizione 2002 riflessioni, eventuali suggerimenti e consigli che i partner che promuovono la manifestazione e la segreteria organizzativa dovranno considerare per un ulteriore miglioramento e internazionalizzazione di questa manifestazione. È chiaro che il futuro delle fiere va considerato in un’ottica europea e questo riguarda e coinvolge tutti i settori industriali, che nel contesto della globalizzazione dovranno razionalizzare l’attuale inflazione delle manifestazioni fieristiche, puntando su quelle più significative.

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