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RMO 222 – Settembre – 2019

Mercato in forte calo, adesso servono investimenti strutturali

Il secondo trimestre di quest’anno si è chiuso molto negativamente per il comparto delle macchine utensili italiane. Secondo i dati elaborati da Ucimu, l’associazione di categoria, gli ordinativi hanno subìto un brusco calo, pari al 31,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. Un arretramento che si è manifestato sia sul mercato interno, con un calo del 43% rispetto allo stesso periodo del 2018, sia sul fronte esterno con una perdita meno marcata ma sempre del 28,5%. Risultati questi che, ovviamente, destano preoccupazione nei costruttori italiani di macchine utensili. Se la riduzione della raccolta degli ordinativi sul mercato domestico era da mettere in conto, fanno notare da Ucimu, visti anche i numeri da record macinati nel 2017 e nella prima parte del 2018, le aspettative per i mercati esteri erano invece decisamente differenti. Dal Centro Studi di Ucimu osservano che sono molte le variabili sul fronte esterno ad aver influito; tra queste, il clima di instabilità politica nazionale e continentale, l’inasprirsi della conflittualità economica tra USA e Cina, il calo del primo mercato di sbocco italiano ossia della Germania, gli interrogativi nel settore Automotive. Il calo degli ordini interni, fanno notare da Ucimu, dipende anche dal quadro di non chiarezza sull’operatività delle misure per la competitività che il Governo avrebbe dovuto mettere a disposizione delle PMI fin da subito. Il mercato interno, così starebbe tornando alle sue dimensioni fisiologiche dopo lo shock positivo provocato dai provvedimenti 4.0. L’associazione chiede quindi al Governo di tracciare un percorso lineare, di lungo periodo e non intermittente, prevedendo un Pacchetto per la crescita delle imprese che dovrebbe sommare in sé tutti i vantaggi fiscali legati a R&D, superammortamento e iperammortamento.

Luca Rossi



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