Robotica e STEM al femminile a Pavia nel progetto premiato da Epson

Pubblicato il 10 aprile 2020
robotica Epson Stem al femminile

Quote rose in maggioranza nel team dell’Università di Pavia il cui progetto ha vinto il concorso di robotica internazionale organizzato da Epson. Stem al femminile, dunque, sotto la guida della docente di robotica Antonella Ferrara e della dottoranda Bianca Sangiovanni, che insieme a Marco Piastra, docente di intelligenza artificiale, hanno sviluppato un innovativo approccio alla cooperazione uomo-robot o robot-robot.

Il progetto coniuga infatti tecniche di machine learning basate su AI con tecniche classiche di controllo dei robot, per consentire al robot di apprendere in autonomia dai propri errori, sino a capire come muoversi in un ambiente industriale circoscritto per non entrare in collisione con uomini e altre macchine. Particolarità del progetto, dal titolo ‘Deep Learning for Safe Physical Human-Robot Interaction’, è che fa uso di un robot industriale tradizionale, che per natura non nasce per operare in maniera collaborativa al di fuori di zone circoscritte.

Spiega quindi la professoressa Ferrara che la decisione di proporre come capogruppo una giovane ingegnere donna è stata dettata dal fatto che le donne hanno caratteristiche molto adatte all’ambito scientifico, quali grande precisione, tenacia e attenzione allo svolgimento della ricerca. Commentando quindi la rappresentanza femminile nell’ambito Stem e scientifico, Ferrara spiega che se si guarda alle statistiche del Ministero, le donne sono oltre la metà degli iscritti ai corsi di laurea (55,5%), del totale dei laureati (57,6%), degli iscritti a corsi di dottorato (50%) e del totale dei dottori di ricerca (51,8%), ma questa presenza femminile diminuisce drasticamente con il salire nella scala gerarchica, fino al 23% medio tra i professori ordinari e a un misero 6% in area Stem.

Allo stesso come si riduce il numero di iscrizioni femminili in funzione dell’ambito di studio: infatti a fronte del 55,5% medio, nell’area lettere e arti le studentesse sono la stragrande maggioranza con un 77,6% che scende al 48,1% in Scienze Agrarie e Veterinarie, fino a scemare al 27,4% nelle discipline Stem. “Ciò che colpisce – conclude Ferrara – è che, in tutti gli ambiti di studio inclusa l’area Stem, la percentuale di laureati rispetto al numero di iscritti è maggiore fra le donne, che quindi completano con maggior successo la formazione universitaria, ma poi non riescono – o non possono – continuare a crescere”.



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