Pronto a una nuova sfida
È sereno Renato Brevini mentre illustra le caratteristiche dell’operazione con cui il suo gruppo, acquisendo la tedesca PIV, un marchio storico nell’ambito delle trasmissioni di potenza, si prepara ad affrontare una sfida importante e dalle molte valenze. Forse è nei numeri e nella realtà PIV che il commendatore ha potuto toccare con mano, forse è nella certezza di poter contare su un gruppo di collaboratori validi e motivati, forse è nella consapevolezza della molta strada fatta e delle numerose sfide vinte, da quando 42 anni fa ha deciso con il fratello Luciano di fare il grande salto da semplice operaio a imprenditore, certo è che riesce a far sembrare facile e semplice quello che poi tanto facile e semplice non è. L’acquisizione di PIV in Germania – spiega il Commendatore Renato Brevini, presidente dell’omonimo gruppo – rientra in un ambizioso piano strategico triennale di sviluppo della presenza di Brevini Riduttori spa nel mercato mondiale. Il piano, elaborato con la consulenza di Bain & Co., prevede il raddoppio del fatturato attraverso una crescita interna, attraverso acquisizioni e attraverso accordi di partnership. Così all’inizio dello scorso anno abbiamo cominciato a cercare opportunità nel mercato più importante a livello mondiale, quello Tedesco. E la nostra scelta, che si è basata su un’attenta valutazione dello scenario economico influente, sulla nostra capacità di gestirlo con successo, sulla possibilità di integrazione nel nostro sistema d’impresa, è andata alla PIV Drives GmbH.
Progettare: Una scelta impegnativa.
Brevini: Direi proprio di sì. La PIV Drives GmbH è un’azienda con 75 anni di vita, un marchio conosciuto a livello internazionale grazie all’alta qualità della sua gamma prodotti e alla grande tradizione nella personalizzazione delle soluzioni tecnologiche (variatori, riduttori, servizi), conta su un solido radicamento nel mercato tedesco, di cui – in un quadro competitivo assai frammentato – detiene una quota superiore al 2%, grazie a un fatturato di 46 milioni di Euro.
Progettare: Quali sono nel dettaglio i termini dell’operazione?
Brevini: L’investimento per l’acquisizione della PIV è di 20 milioni di Euro, realizzato attraverso una normale operazione di Corporate Finance, in cui siamo assistiti dal Credito Italiano. Il contratto prevede che alla Brevini Riduttori vadano l’intero insediamento produttivo della PIV a Bad Homburg, nelle vicinanze di Francoforte, di rilevante valore industriale (oltre 60.000 mq e 40mila coperti) comprensivo dell’intero parco macchine utensili, dei marchi, dei brevetti e di 343 addetti dei 550 in carico al momento della firma dell’accordo. La valutazione sconta le vicissitudini finanziarie che la società tedesca ha avuto negli ultimi dieci anni che l’hanno portata da una situazione florida con oltre 2000 dipendenti all’anticamera del fallimento. Credo che l’inizio della fine sia coinciso con la scelta di entrare nel settore dell’elettronica trascurando di sviluppare le linee di prodotto che ne avevano assicurato il successo. PIV Drives produce una linea completa di riduttori ad assi paralleli e ad assi ortogonali, una linea di riduttori monovite e bivite specifici per il settore della estrusione delle materie plastiche, una linea dei variatori a catena particolarmente adatti per le medie e grosse potenze, infine un originale e brevettato sistema di variazione continuo che trova impiego nella trasmissione automatica di trattori, macchine agricole, veicoli passeggeri.
Progettare: C’erano altri pretendenti interessati all’azienda tedesca?
Brevini: La PIV ha suscitato l’attenzione sia di società finanziarie, poco motivate dal punto di vista industriale, sia di concorrenti, anche italiani, come abbiamo potuto verificare nei documenti conservati negli uffici di Bad Homburg. Nessuna offerta dava garanzie di effettivo rilancio della PIV come la nostra che ha alle spalle un gruppo globalmente internazionalizzato. Inoltre le linee di prodotto della società tedesca sono complementari come estensione di gamma ai nostri prodotti o completamente nuove per entrare in altri settori industriali: altro elemento di vantaggio, nel breve e nel lungo periodo.
Progettare: Come sono i rapporti con le maestranze tedesche?
Brevini: Noi abbiamo trovato il sindacato tedesco, IG Metall, e i sindacati a livello aziendale estremamente consci delle problematiche in cui queste azienda versava, disponibili al confronto e favorevoli ad attuare le direttive contenute nel nostro piano di rilancio. Io sono solito parlare dei lavoratori della Brevini come una famiglia perché ritengo che il capitale umano sia l’elemento essenziale dell’azienda: le idee più belle, le risorse finanziarie più grandi non sono niente se non c’è chi è in grado di attuarle.
Progettare: Crede che all’acquisizione della PIV (tedesca) da parte di un’azienda (italiana) si possa dare anche una valenza che va oltre l’aspetto tecnico-commerciale?
Brevini: Il gruppo Brevini, di cui Brevini Riduttori è una delle principali componenti, è cresciuto sino alla sua attuale dimensione facendo leva sui fatti e sulla capacità di lavorare in tutti i contesti culturali e di business: è così che abbiamo saputo conquistare ovunque stima e rispetto. Questa filosofia caratterizzerà anche le nostre modalità di sviluppo dell’acquisizione di PIV e siamo quindi ottimisti circa la sua più che positiva evoluzione. Se guardiamo il valore degli interscambi commerciali, la Germania è il primo partner dell’Italia da molti anni: nella meccanica è il primo mercato e contemporaneamente il primo fornitore. Va detto inoltre che l’attuale stato di avanzamento del processo di unificazione europea lascia spazi ridotti a vecchi luoghi comuni e, mentre il sistema pubblico italiano è chiamato a realizzare progressi significativi, l’industria privata italiana è adeguatamente apprezzata in tutto il mondo, anche in Germania.
Progettare: Quali sono i prossimi passi per rendere “emiliana” a tutti gli effetti l’azienda tedesca?
Brevini: Mi piace sottolineare che il successo che Brevini Riduttori registra sul mercato mondiale trova nello sviluppo delle autonomie, nel decentramento e nella internazionalizzazione – avviata sin dalla fine degli anni settanta – uno dei suoi principali punti di forza. L’acquisizione di PIV da parte di Brevini si innesta quindi in una cultura d’impresa “a rete” e in un modello organizzativo che sono già predisposti per trarre il meglio dalle sinergie che saranno sviluppate tra le due strutture, con la gradualità necessaria e nel pieno rispetto delle logiche di valorizzazione del considerevole patrimonio di immagine di cui PIV gode. Non posso però nascondere che ci siamo trovati di fronte una cultura aziendale differente alla nostra sia per lingua che per dimensioni, almeno storiche, e questo ci ha imposto di ripensare l’azienda dal punto di vista organizzativo, di passare da un modo di lavorare a compartimenti stagni, per business unit, alla logica della flessibilità a risolvere i problemi nel minor tempo possibile. Per questo abbiamo coinvolto i nostri consulenti a livello internazionale per definire un progetto in grado di dare risoluzione ai problemi individuati. Un passo significativo è stato compiuto nei giorni scorsi con l’insediamento in PIV del nuovo amministratore delegato. Si tratta dell’ingegnere Ercole Masera, che ha maturato una notevole esperienza lavorando per anni in Germania con diverse società tedesche.