Per le trasmissioni meccaniche i segnali sono positivi

Dalla rivista:
Progettare

 
Pubblicato il 15 febbraio 2002

Grossi apprezzamenti per la formula della Fluidtrans Compomac, ma nessuna forzatura sulle aziende associate a partecipare.
A colloquio con Giovanni Agostini, presidente Assiot.

Progettare: Come si è chiuso il 2001 per il settore delle trasmissioni di potenza?

Agostini : Il 2001 è stato un anno anomalo. È stato contrassegnato da andamenti contrastanti. Vanno comunque distinti gli andamenti subiti dall’industria meccanica generale e dal comparto delle Trasmissioni Meccaniche.
Infatti per l’industria meccanica generale, alla leggera stazionarietà tendente al calo del primo periodo dell’anno, si è contrapposta una sensibile risalita del mercato intorno alla metà dell’anno, che ha portato le industrie costruttrici di macchine e impianti ad un atteggiamento ottimistico, facendo evolvere la sensazione iniziale di recessione in un positivo auspicio di ripresa. È stato però un fuoco di paglia: il mercato subito dopo la chiusura estiva non ha avuto la stessa propensione positiva, seguendo purtroppo la recessione che era già in atto negli USA e in Germania.
Invece, il comparto delle Trasmissioni Meccaniche rispetto al 2000 per i primi 6 mesi è rimasto positivo, anche se gli incrementi riscontrati sono risultati minimi in particolare per la voce Ordini. Sono stati i dati raccolti, dopo la chiusura estiva, a mettere in evidenza, per il nostro comparto, un sostanziale calo sia in fatturato che in ordini, soprattutto per le vendite in Italia. Vorrei in particolare riferirmi all’esportazione, in quanto il mercato interno risulta costantemente fermo.
Non sono chiare le manovre dei vari Governi che si susseguono, relativamente all’avvio di cantieri per il rinnovamento e/o potenziamento delle infrastrutture italiane. Le grandi opere ipotizzate sono costantemente tenute nel cassetto, sembra quasi che queste siano congelate con l’intento di farle saltar fuori in un periodo di estrema crisi. Vero è che in ogni caso, trascinata da una forte propensione verso l’esportazione, tutta l’industria italiana risente in modo inesorabile della fluttuazione degli ordini provenienti dall’estero. Riportiamo di seguito i risultati della ICT “Indagine Congiunturale Trimestrale” fino a settembre 2001; come si può vedere, i valori riportati coincidono pienamente con quanto sopra esposto. Approfitto per informare che il 30 novembre 2001, Assiot ha distribuito ai propri Associati i risultati del Censimento Statistico relativo al Mercato delle Trasmissioni Meccaniche del 2000.
Di seguito riportiamo i risultati globali dell’Indagine:
Voglio ricordare che con questa nuova indagine Assiot, grazie alla collaborazione di circa 270 aziende del settore, è riuscita ad elaborare una interessantissima indagine ricca di dati espressi in maniera completa e capillare. Si pensi solo che, per gli oltre 70 componenti classificati, siamo riusciti ad elaborare i dati in Milioni di Euro per Venduto in Italia, Esportato e Importato.

Progettare: Quali sono i segnali economici per l’anno che sta per iniziare per il settore Assiot?

Agostini: L’inizio del 2002 parte in discesa. Infatti la prima parte del nuovo anno segue la curva che va verso il punto di minimo rispetto alle curve sinusoidali che caratterizzano l’andamento del mercato. Non si prospettano però dei crolli, solo lievi discese. A metà primavera è prevista una ripresa che dovrebbe proseguire per l’intero 2002. Vi è una considerazione di carattere generale da non trascurare, essa riguarda l’influenzabilità che subisce il mercato economico/industriale rispetto a degli eventi di rilevanza internazionale, citiamo per fare un esempio l’attentato alle Torri Gemelle di New York dell’11 settembre 2001. Il fatto in sé non ha causato la recessione nel mondo industriale, in quanto tale recessione era già in atto, ma ha influito negativamente sulla congiuntura, facendo crollare la fiducia e la sicurezza dei Paesi industriali. Prova ne è che vi sono stati crolli considerevoli nelle borse; la situazione persevera nonostante l’evoluzione in positivo della guerra contro il terrorismo.

Progettare: Quali sono le prospettive dell’industria italiana del settore nell’ambito del mercato europeo e più in generale del mercato mondiale?

Agostini: Un Paese fortemente legato all’esportazione si misura costantemente con la concorrenza internazionale, principalmente su due fattori: qualità e prezzo. La qualità ha un significato molto ampio e spazia dall’affidabilità di un componente fornito, alla effettiva efficienza nelle consegne e nel servizio pre e post vendita.
Tecnologicamente le Aziende italiane sono all’avanguardia, dispongono per la maggior parte di un parco macchine costantemente rinnovato ed efficiente, grazie alla particolare sensibilità maturata negli anni di investire maggiormente nei comparti produttivi. Sicuramente questa propensione verso l’innovazione tecnologica favorisce un abbassamento dei costi di produzione, e in un mercato dove il prodotto è da considerarsi sostanzialmente maturo, risulta una scelta vincente.
Mi viene però spontanea una considerazione relativa alla ormai non più occultata concorrenza dei Paesi emergenti, tra i quali spiccano la Cina e l’India. Questi Paesi hanno a loro favore il bassissimo costo della manodopera, che induce le grosse industrie a spostare verso detti Paesi le attività produttive. L’arretrata cultura industriale favorisce questi Paesi emergenti sotto l’aspetto prezzo, ma al momento, per componenti di alto livello tecnologico, il loro livello qualitativo risulta non concorrenziale rispetto allo standard italiano.
Durante la riunione economica Assiot di fine anno, è stata ampiamente dibattuta, dai numerosi Associati presenti, la problematica legata alla crescente competizione derivante dai Paesi emergenti. Diversi punti sono stati messi in evidenza e sembrano tutti a sfavore dei Paesi occidentali industrializzati. Il primo di questi riguarda l’ambizione più che giustificata, dei Paesi poveri, di uscire dal terzo mondo e di allinearsi alle potenze occidentali; il secondo aspetto riguarda la capacità di reazione dei comparti industriali; il fatto di sottovalutare il problema attraverso una non reale stima dell’impatto economico che si ripercuote in Occidente, gioca a nostro sfavore. L’Associazione come momento di incontro e confronto, aiuta ad una analisi ampia e capillare delle problematiche.

Progettare: Quali sono i plus che le nostre industrie possono mettere in campo nei confronti dei principali concorrenti stranieri?

Agostini: A fronte di quanto appena detto, sicuramente la qualità dei prodotti e dei servizi risulta essere ancora un plus, confrontabile in positivo sia con i Paesi emergenti, sia con i Paesi industrializzati concorrenti, ma in una logica di politiche industriali future diventa d’obbligo per l’intera Industria Italiana affrontare le tematiche legate alla Ricerca & Sviluppo che permetta ad una componentistica, per molti versi già matura, di rientrare nel comparto industriale rinnovata e maggiormente efficiente.

Progettare: Quale è il bilancio dell’associazione per quest’anno di ritrovata indipendenza?

Agostini: Siamo estremamente soddisfatti del 2001. È stato un anno che ha visto molti interlocutori dell’Associazione, tra i quali i diversi Associati, alcuni giornalisti e qualche Associazione a noi similare, vigili e attenti sui risultati che si sono effettivamente raggiunti a fronte degli ambiziosi lavori e servizi programmati.

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