Uomini & Imprese n° 17 – marzo 2018
Sei driver per generare crescita
Un tasso di disoccupazione che arrivi sotto il 7% grazie a un calo di cinque punti in un quinquennio, con oltre 1,8 milioni di occupati in più. Una crescita cumulata del PIL reale vicino ai dodici punti e una crescita dell’export consistentemente superiore alla domanda mondiale percentuali nello stesso periodo. E infine, il calo del rapporto tra debito e PIL di almeno venti punti in cinque anni. L’industria italiana ha definito tre obiettivi necessari da centrare per ridare linfa al nostro sistema produttivo. Le imprese del Paese chiedono iniziative per generare più lavoro soprattutto per i giovani, investimenti e fiscalità che sostenga la crescita e interventi per supportare l’abbattimento del debito. Una sorta di monito per il Governo che verrà. Secondo Confindustria questi tre obiettivi, nei prossimi cinque anni, possono essere realizzati attraverso il reperimento di 250 miliardi di euro. A questa somma si arriva calcolando che l’UE potrebbe contribuire fino a 93 miliardi di euro liberando risorse per investire in infrastrutture, formazione, ricerca e innovazione. Il settore privato potrebbe contribuire fino a 38 miliardi di euro investendo sull’economia reale. Inoltre, si potrebbe agire sul bilancio pubblico contribuendo fino a 120 miliardi di euro. Confindustria ha anche individuato i sei driver per arrivare alla meta: una forte semplificazione burocratica per rendere il Paese più efficiente; il rinnovamento delle Università e dei percorsi di formazione; un grande piano di infrastrutture che peraltro avrebbe ricadute su diversi asset portanti della nostra economia, tra i quali l’industria e il turismo; una seconda fase nel processo di digitalizzazione delle imprese che coinvolga anche le PMI; un fisco che premi i virtuosi, le imprese che investono, assumono, innovano e crescono; incidere sulla governance europea per ridurre al minimo le politiche dove c’è un ambito di competenza mista, per evitare il formarsi di fronti diversi tra Paesi del Vecchio continente.
Luca Rossi