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RMO 220 – Maggio – 2019

Italia seconda manifattura UE?
Discuterne è già una sconfitta

Ma l’Italia è ancora la seconda manifattura europea? Ferma la posizione di leadership indiscussa della Germania, recentemente si è discusso se il nostro Paese avesse ceduto la posizione alla Francia. Se ne è discusso a colpi di statistiche e di interpretazioni delle medesime. Aveva iniziato, l’11 aprile scorso, l’account twitter ‘Italia dati alla mano’: il sorpasso ai danni della Francia sarebbe avvenuto nel 2017 e per ora sarebbe di dimensioni piuttosto contenute. A suffragio della tesi sarebbero stati presi i dati, ancora provvisori e aggiornati per l’ultima volta il 21 marzo scorso, elaborati da Eurostat, il servizio statistico della Commissione Europea. Nel 2017, infatti, il valore della produzione manifatturiera francese è stato pari a 889,4 miliardi di euro circa mentre quello della produzione manifatturiera italiana si è invece fermato a 883,7 miliardi di euro circa (comunque il dato migliore dal 2011 in poi). La differenza a vantaggio della Francia è dunque di poco più di 5 miliardi di euro (meno dello 0,6% del totale). Nel dibattito che si è generato, hanno fatto emergere come i dati sarebbero stati estratti dalle Structural Business Statistics, ossia il valore della sola produzione e ricavi. Dati che sarebbero parziali perché stimati su microcampionamenti. Per avere un quadro definitivo andrebbero usati, è stata la controdeduzione, i dati di contabilità nazionale che permettono di verificare le tendenze generali e paragonare così i diversi sistemi manifatturieri. Considerando, inoltre, che il semplice valore della produzione contiene i consumi intermedi e i ricavi contengono anche le scorte. Quindi l’Italia rimarrebbe il secondo Paese manifatturiero d’Europa. Estraniandosi dal dibattito su quale gradino del podio sia collocato il nostro Paese, il vero tema di riflessione è che mettere in discussione la nostra posizione è già di per sé una sconfitta per l’economia industriale italiana.

Luca Rossi



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