Macchine utensili, calo del -18,1% negli ordini nell’ultimo trimestre del 2020

Pubblicato il 21 gennaio 2021
Ucimu 32.BIMU Colombo ordini macchine utensili

Scendono del -18,1% gli ordini di macchine utensili nell’ultimo trimestre del 2020 nei dati Ucimu, con indice che in valore assoluto si è attestato a 86,4 (base 100 del 2015).

Sul risultato pesano sia l’arretramento della raccolta ordinativi sul mercato interno, a -28% rispetto al quarto trimestre 2019 (valore assoluto dell’indice a 123,9, quindi ancora alto malgrado la riduzione), sia sul fronte estero, dove gli ordini sono scesi del -14% (valore assoluto dell’indice 78,7).

Su base annua, l’indice registra quindi un calo del -18,6% rispetto al 2019, composto dal crollo degli ordinativi raccolti sul mercato interno, -35,1%, e sul mercato estero, -13,6%.

“L’anno che si chiude è stato indubbiamente complesso ma siamo fiduciosi che, già nei primi mesi del 2021, la situazione migliorerà – commenta i dati Barbara Colombo, presidente Ucimu -. Misure governative di incentivo alla sostituzione dei macchinari obsoleti e alla transizione 4.0, disponibilità dei vaccini, insieme alla presenza di due importantissimi eventi fieristici sul territorio italiano, Lamiera e EMO Milano 2021 entrambi ospitati a fieramilano Rho, fanno ben sperare circa l’andamento di questo nuovo anno”.

“Sul fronte interno – continua la presidente Colombo -, le misure previste dal piano Transizione 4.0 inserito nella Legge di Bilancio 2021 sono un ottimo incentivo alla ripresa, in Italia, degli investimenti in nuove tecnologie, digitali e non. Ora ciò che è fondamentale è una comunicazione adeguata alle imprese, affinché conoscano criteri, tecnicalità e opportunità delle misure contenute nel provvedimento così da poterle sfruttare al meglio, senza tralasciare l’aspetto centrale della formazione 4.0“.

Infatti, oltre ai crediti di imposta per gli acquisti di nuovi sistemi di produzione e all’incremento delle aliquote applicate agli investimenti in ricerca e sviluppo, le autorità di governo hanno previsto il credito per la formazione, considerando però nel calcolo dello sgravio fiscale non soltanto il costo delle ore di formazione del personale coinvolto, ma anche il costo del formatore, l’aspetto più oneroso dell’attività sostenuta dall’impresa.

“Credo che questa scelta, più e più volte sollecitata da Ucimu, stimolerà decisamente le imprese ad avviare piani di formazione e aggiornamento del personale – conclude Colombo -, indispensabili, almeno quanto l’aggiornamento tecnologico, per il mantenimento della competitività delle nostre aziende”.



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