Giuliano Busetto (Anie), l’industria non si ferma

Pubblicato il 13 marzo 2020

Le aziende dell’automazione affiliate ad Anie sono attente al nuovo DPCM e garantiscono l’operatività. In una breve intervista Giuliano Busetto, presidente della federazione confindustriale, commenta l’eccezionale situazione del Paese e dell’industria. Il decreto non prevede, la sospensione delle attività produttive e di quelle attività che sono funzionali alla possibilità di assicurare i servizi essenziali. “Anie in questo momento di eccezionale emergenza, si è mossa in sintonia con Confindustria nazionale, la Regione Lombardia e le Istituzioni. Personalmente, già dalla scorsa settimana, sono in contatto con Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria e con il Ministero dello sviluppo economico, al fine di poter garantire l’attività produttiva e la massima tutela dei lavoratori”. E’ bene ricordare che le aziende associate ad Anie progettano, sviluppano e costruiscono moltissime tecnologie legate al fabbisogno quotidiano: energia, infrastrutture e trasporti. “Da sottolineare – ha proseguito Busetto – la collaborazione con Marco Bonometti, Confindustria Lombardia, e con la Regione, al fine di garantire i servizi di pubblica utilità, alla luce dell’ultimo decreto dello scorso 11 marzo”.

Ma quali sono le tecnologie di pubblica utilità? I soci Anie sono fornitori delle tecnologie utilizzate quotidianamente da tutti noi: il funzionamento degli ascensori, manutenzione della rete elettrica, manutenzione dei sistemi di mobilità, interventi di prima necessità, sicurezza, videosorveglianza, vigilanza, manutenzione di edifici sia pubblici sia residenziali. Gli ospedali, i sistemi di controllo, gli impianti, ecc. “Ecco allora che Anie ha indicato innanzitutto la sicurezza per gli operatori con maschere omologate, guanti e distanza di sicurezza; massima attenzione per chi si dovrà muovere sul territorio per garantire l’attività produttiva. Stesso discorso vale per l’organizzazione interna delle aziende”. Il presidente sottolinea che le attività di prima necessità devono essere considerate come filiera produttiva. Se il cibo deve arrivare nella grande distribuzione, dovrà essere imballato (industria del packaging), trasportato (la logistica interna ed esterna), la componentistica elettrica per i mezzi di trasporto, i carrelli elevatori e le ambulanze. Ecco allora che tutta l’industria dovrà essere reattiva e propositiva anche in questo momento eccezionale per il Paese.

E’ giunto il tempo di reagire. Secondo l’Ocse, su dati ancora di metà febbraio, prevede un effetto negativo sull’economia mondiale del -0,5%, ovvero fino a -1,5% se l’epidemia si diffonde; in questo caso l’area euro andrebbe in recessione. L’Europa deve stimolare e coordinare l’azione, al fine di evitare il blocco dei consumi. Il Governo italiano cosa può fare? “Terminata l’emergenza – sostiene Busetto – ogni attività industriale del Paese dovrà essere rilanciata. Il credito d’imposta riferito a Industria 4.0 dovrà essere rivisto su base triennale, e non solo sul primo anno. Il ministro dello sviluppo economico Patuanelli ha parlato di potenziamento delle iniziative, con uno stanziamento record di 25 miliardi. Staremo attenti quali risorse saranno assegnate alle imprese. Molto importante è il progetto casa 4.0 per edifici più moderni, attenti alla sicurezza dei cittadini giovani e meno giovani”. E conclude: “Insomma, un rilancio del Paese con le sue infrastrutture e la sua industria è necessario per mettere in primo piano le capacità produttive dell’intera nazione nel panorama internazionale”.

 



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