Crollo negli ordini di macchine utensili nel primo trimestre 2020

Pubblicato il 22 aprile 2020
Carboniero Ucimu ordini macchine utensili

Il primo trimestre 2020 segna un brusco calo negli ordini di macchine utensili, pari a -11% nei dati comunicati da Ucimu rispetto allo stesso periodo 2019. Sul risultato pesa il crollo degli ordinativi raccolti dal mercato interno, a -41,3%, mentre gli ordini dall’estero registrano un -4,4%, effetto di un calo rilevante avuto in marzo dopo due mesi positivi.

“Il brusco calo della raccolta ordini del primo trimestre preoccupa moltissimo le imprese del settore – commenta Massimo Carboniero, presidente Ucimu -, anche perché il risultato negativo resta comunque calmierato dall’attività che le aziende hanno svolto nei mesi di gennaio e febbraio, prima cioè dell’emergenza Coronavirus, quando la spinta del piano Transizione 4.0 pareva aver intercettato il favore del manifatturiero italiano, lasciando presagire un 2020 sul livello del 2019″.

L’attività di raccolta ordini per i costruttori italiani si è poi pressoché spenta da fine di febbraio, ed è prevedibile che la chiusura delle fabbriche per codici Ateco peggiorerà la situazione, favorendo competitor esteri, tedeschi in primis, che continuano a operare e possono pertanto rispondere alle richieste del mercato internazionale.

“Sul fronte estero la Cina, da sempre al vertice dei paesi di destinazione del nostro export, ha inizialmente interrotto tutte le trattative poiché colpita dall’emergenza per prima, bloccando, di fatto, molto del nostro lavoro – spiega quindi il presidente Ucimu -. E ora che riparte, così come molti altri nostri Paesi clienti la cui attività manifatturiera prosegue, rivolge le sue richieste di approvvigionamento a chi è aperto a scapito delle nostre aziende che rischiano, in poco tempo, di perdere importanti quote di mercato conquistate negli anni grazie a continui investimenti in innovazione, qualità e marketing”.

Uno scenario, di per sé già difficile, che ora rischia di peggiorare in modo irreversibile se alle imprese italiane non verrà dato subito il via libera a riprendere la propria attività. “Tutti noi imprenditori della macchina utensile sentiamo una doppia responsabilità – sottolinea Carboniero -, quella di garantire salute e sicurezza ai nostri collaboratori, ogni giorno, e quella di assicurare lavoro e dunque benessere a loro e alle loro famiglie anche nel futuro. Le nostre fabbriche sono luoghi sicuri, oltre che a bassa intensità di operatori. Per questo dovrebbe essere dato subito il via libera alla ripresa delle nostre attività produttive. Purtroppo il problema covid-19 resterà almeno fino a quando non ci sarà il vaccino, nel frattempo dobbiamo abituarci a convivere con il virus in modo sicuro, continuando però a garantire lavoro, occupazione e produzione”.

Carboniero interviene infine anche sul tema fiscale e della liquidità alle imprese: “Disporre di linee di credito e poter posticipare i pagamenti in F24, sono un primo passo per affrontare la crisi di liquidità delle aziende, a patto che le linee di credito siano concesse velocemente e che quanto dovuto allo Stato sia sospeso fino alla fine dell’emergenza e non solo fino a giugno. Inoltre, è fondamentale che i piani di rientro non siano troppo serrati per le imprese che si porteranno dietro i segni di questa crisi, senza precedenti, molto a lungo. Ma, in ogni caso queste misure saranno davvero poco utili se non daremo alle imprese la possibilità di tornare subito a produrre così da poter riconquistare il terreno perso in questo periodo. Al contrario il rischio di vederle sparire insieme a migliaia di posti di lavoro sarebbe davvero altissimo”.



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