EDITORIALE
Protezione
dei dati,
aziende in
ritardo
Solo il 27% delle imprese italiane è a conoscenza degli obblighi della
nuova normativa sulla protezione dei dati personali che entrerà in vigore
nel maggio del prossimo anno. Appena il 9% ha già avviato un progetto
per adeguarsi. In pochi casi i budget sono adeguati. La ricerca dell’Osser-
vatorio Security&Privacy del Poliotecnico di Milano traccia un quadro di
come le imprese italiane si stanno lentamente avviando sul percorso di
adozione del paradigma di Industria 4.0 tra luci ed ombre.
Il General Data Protection Regulation, il regolamento europeo sulla pro-
tezione dei dati personali, è stato approvato in via definitiva il 14 aprile
2016 e pubblicato il 4 maggio 2016 sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione
Europea. Già realtà per gli Stati membri, il testo legislativo si applicherà
dopo due anni dalla data dell’entrata in vigore, per permettere così che
i destinatari possano compiere tutte le azioni necessarie per mettersi in
regola. Ma cosa stanno facendo le aziende italiane per adempiervi? La
ricerca mostra uno scenario ancora in divenire: le imprese italiane stanno
progressivamente prendendo confidenza delle implicazioni della nuova
regolamentazione sulla protezione dei dati personali, che però è ancora
percepita perlopiù come un questione di carattere legale, di cui si cono-
scono in modo ancora poco chiaro le implicazioni concrete per le soluzioni
di information security.
È dunque necessaria un’accelerazione per non farsi trovare impreparati
alla scadenza del prossimo anno. Dalla ricerca risulta che la consapevo-
lezza delle imprese sul GDPR è ancora limitata: per il 23% del campione
le implicazioni non sono note in dettaglio nell’organizzazione, per il 22%
sono note solo nelle funzioni specialistiche ma non è ancora un tema
all’attenzione del vertice. In quasi la metà delle organizzazioni (46%) è
in corso un’analisi dei requisiti richiesti e dei piani di attuazione possibili,
ma solo nel 9% è già in corso un progetto strutturato di adeguamento
alla normativa. Solo in pochi casi esiste un budget dedicato (nel 7% con
orizzonte pluriennale, nel 8% con orizzonte annuale); nel 35% dei casi
sarà stanziato a breve, mentre nel restante 50% non è presente e non lo
sarà neanche in futuro.
luca.rossi@fieramilanomedia.it@lurossi_71