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ottobre 2014
Automotive in Italia.
L’indotto
del comparto automotive nel nostro
Paese è forte e si concretizza in una
fetta importante del PIL, nonostante
negli ultimi anni la produzione di au-
tovetture sia calata a vantaggio delle
importazioni. Allora come far ricon-
quistare terreno ad uno dei prodotti
che ha contribuitomaggiormente alla
storia economica italiana degli ultimi
cinquant’anni? Per questo Ucif ha
invitato relatori di spicco del settore
per comprendere con loro come le
aziende possono collaborare e inter-
venire al fine di disegnare un’auto del
futuro più accattivante, moderna e in-
novativa. Non a caso parteciperanno
a questo confronto anche docenti
del Politecnico di Milano per portare
la loro sapienza e la loro ricerca scien-
tifica al servizio del settore e guidare
per le strade che condurranno a futuri
risultati industriali, si spera, importanti.
Non si tralascerà il discorso relativoagli
interventi per incentivare il settore: si
parlerà anche di politiche industriali
che andrebbero create per oliare tutti
i meccanismi che negli ultimi anni non
hanno funzionato a dovere, tramite
azioni mirate, incentivi specifici e non
generalisti, richiestee indicazioni che il
nostro Paese deve porre in essere per
dare una spinta al comparto.
Il convegno, a partecipazione gratu-
ita, sarà anche l’occasione per cono-
scersi, perché non c’è avanzamento
tecnologico se non c’è collaborazione.
Quindi le varie realtà aziendali che
parteciperanno al convegno, anche in
veste di semplice pubblico, potranno
conoscersi tramite una sessione appo-
sitamente programmata e scambiarsi
informazioni finalizzate ad una coo-
perazione che vada oltre la giornata
del convegno.
Quindi appuntamento al 14 ottobre
prossimo presso il Politecnico di Mi-
lano per scoprire insieme ad Ucif che
cosa ci riserva il futurodell’autovettura
e decidere se essere dalla parte dei
protagonisti.
La relazione di Anafia.
L’intervento
di Roberto Vavassori, presidente di
Anfia, avrà come titolo ‘Knowhowita-
liano per l’automotive globale - Scelte
strategiche per una filiera automotive
italiana proiettata al futuro’. Nono-
stante le forti ripercussioni della crisi
economica ancora in atto, l’automo-
tive - con oltre 1,2 milioni di addetti, 3
miliardi di euro di investimenti annui
in R&D e 70,5 miliardi di euro di en-
trate tributarie per lo Stato nel 2013,
pari al 4,5%del PIL nazionale - rimane
un settore strategico per l’economia
italiana.
Guardando allo scenario globale, ai
numeri positivi di produzione (84,7
milioni di autoveicoli leggeri nel
2013) e mercato (83,3 milioni di au-
toveicoli leggeri nel 2013) mondiali,
si contrappongono i risultati deboli
dell’Europa e quelli molto critici dell’I-
talia. Nel nostro Paese, si è infranta la
soglia di volumi produttivi minimi di
veicoli per la ‘tenuta’ del settore (nel
2012, si sono prodotte in Italia meno
di 400.000 vetture, il 56% in meno
del 2007, e nel 2013 la produzione è
ulteriormente calata del 2,1%rispetto
all’anno precedente). Il mercato auto
‘normalizzato’, per l’Italia, è analogo a
quello di Francia e Regno Unito (circa
2 milioni di autovetture/anno). Nel
nostro Paese, tuttavia, esiste uno squi-
librio nel rapporto prodotto/immatri-
colatoche stadiventando insostenibile
per il settore: mentre in Germania le
immatricolazioni di vetture di marca
nazionale sono il 72% del mercato e
in Francia il 53,4%, in Italia sono ap-
pena il 29%. La componentistica ha
tenuto grazie alle esportazioni, com-
pensando il calo di fatturato in Italia
(il 20% in meno nel 2012 rispetto al