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progettare

392

settembre

2015

Industry 4.0 in Italia

sostenuto da 4 mosse

Bond mirati allo sviluppo aziendale, società-veicolo per l’indotto di fornitura, consorzi di ricerca,

previdenza innovativa: sono i 4 pilastri sui quali dovrebbe basarsi la nuova politica industriale del nostro

Paese. L’analisi è contenuta nella ricerca elaborata da Roland Berger, dopo un lavoro durato quasi

un anno per il Ministero dell’Economia e dello Sviluppo economico italiani, e che sarà resa pubblica

a settembre nel corso degli Stati Generali dell’industria appositamente convocati.

Nelle sue 30 pagine del report, la società di consulenza indica gli strumenti necessari per far decollare

l’industria del nostroPaese: per portare la quota del manifatturiero dall’attuale 15%del valore aggiunto

al 20% entro il 2030 occorrerebbero 8

miliardi di euro di investimenti annui

aggiuntivi in piattaforme digitali, software,

robotica, gestione dei big data, sistemi

cloud. Una cifra monstre ma non

irraggiungibile, secondo Roland Berger,

se saranno introdotti nuovi strumenti di

finanziamentoalternativialcanalebancario

paurosamente ristretto dalle normative

prudenziali europee.

Il primo strumento necessario sarebbe un

bond emesso per finanziare progetti di

sviluppo e rilancio aziendale, strettamente

ancoratiallelogicheeagliobiettividiIndustry

4.0 e collocabili prima presso investitori

qualificati e poi, al raggiungimento di un

adeguato rating, presso la clientela retail.

Un prodotto da rendere appetibile con un’esenzione o un’aliquota agevolata. Il conduit si configura

come una società veicolo che integra e organizza un indotto di fornitura per rafforzarne la capacità di

finanziamento. Terzo pilastro sarebbero i consorzi di ricerca che raggrupperebbero una o più aziende,

e uno o più organismi di ricerca che condividano un progetto certificato in ottica di Industry 4.0 e

destinatari di risorse pubbliche e fondi come da programma Juncker o Horizon 2020. Toccherebbe,

infine, a una previdenza integrativa convogliare sul tessuto industriale anche risorse a medio-lungo

termine. In questo caso l’esempio verrebbe dal Québec, dove una parte dei contributi è versata in

un apposito fondo affidato a una società di gestione che ha investito nel tessuto produttivo locale

fino al 20-30% delle risorse.

@lurossi_71

luca.rossi@fieramilanomedia.it

EDITORIALE

luca Rossi