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progettare 388

APRILE

2015

Le aziende rischiano

di finanziare lo Stato

Non bastava il credit crunch. Entrato in vigore dall’inizio dell’anno, ora anche lo split payment

dell’IVA rischia di danneggiare la liquidità delle imprese. L’allarme lo lancia Marco Gay,

presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria che pone forti dubbi sulla nuova norma.

Per le aziende che vendono beni e servizi alla Pubblica Amministrazione, la legge prevede

infatti che ai fornitori venga pagata soltanto la parte ‘netta’ delle fatture. L’IVA, invece, verrebbe

girata direttamente dal committente all’erario, ossia lo Stato lo girerebbe allo Stato. Con un

ovvio decremento della liquidità a disposizione delle aziende fornitrici, che, secondo un recente

studio, si troveranno mediamente con

un ammanco di cassa di 9.300 euro

al mese. Una norma che è entrata in

vigoresenzanemmenoavereottenuto

ancora il via libera dall’Unione Europea.

Accanto alla preoccupazione sulla

gestione organizzativa, quello

che sorprende di più il mondo

dell’imprenditoria è che la nuova

normativa potrebbe ridurre la liquidità

delle aziende di almeno un miliardo

al mese. Anche perché, come fa

notare il numero uno dei Giovani di

Confindustria, uno Stato come l’Italia

che ancora sta facendo fatica a pagare

ai creditori privati quasi 50 miliardi di

debiti della Pubblica Amministrazione,

dovrebbe evitare di rendere ancora più complicato il reperimento della liquidità per le aziende.

Quella stessaPubblicaAmministrazionechecontinua a sforare lanormativaeuropea sui termini

di 60 giorni per il saldo dalla fine del lavoro. Il rischio insomma è che lo Stato, attraverso la

dilazione dei rimborsi d’imposta alle aziende, da un lato faccia cassa nell’immediato e dall’altro

lato contemporaneamente possa creare un danno alle imprese già in crisi di liquidità e che

finalmente potrebbero vedere un barlume di luce in fondo al tunnel della recessione.

@lurossi_71

luca.rossi@fieramilanomedia.it

EDITORIALE

LUCA ROSSI