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APRILE
2015
Le aziende rischiano
di finanziare lo Stato
Non bastava il credit crunch. Entrato in vigore dall’inizio dell’anno, ora anche lo split payment
dell’IVA rischia di danneggiare la liquidità delle imprese. L’allarme lo lancia Marco Gay,
presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria che pone forti dubbi sulla nuova norma.
Per le aziende che vendono beni e servizi alla Pubblica Amministrazione, la legge prevede
infatti che ai fornitori venga pagata soltanto la parte ‘netta’ delle fatture. L’IVA, invece, verrebbe
girata direttamente dal committente all’erario, ossia lo Stato lo girerebbe allo Stato. Con un
ovvio decremento della liquidità a disposizione delle aziende fornitrici, che, secondo un recente
studio, si troveranno mediamente con
un ammanco di cassa di 9.300 euro
al mese. Una norma che è entrata in
vigoresenzanemmenoavereottenuto
ancora il via libera dall’Unione Europea.
Accanto alla preoccupazione sulla
gestione organizzativa, quello
che sorprende di più il mondo
dell’imprenditoria è che la nuova
normativa potrebbe ridurre la liquidità
delle aziende di almeno un miliardo
al mese. Anche perché, come fa
notare il numero uno dei Giovani di
Confindustria, uno Stato come l’Italia
che ancora sta facendo fatica a pagare
ai creditori privati quasi 50 miliardi di
debiti della Pubblica Amministrazione,
dovrebbe evitare di rendere ancora più complicato il reperimento della liquidità per le aziende.
Quella stessaPubblicaAmministrazionechecontinua a sforare lanormativaeuropea sui termini
di 60 giorni per il saldo dalla fine del lavoro. Il rischio insomma è che lo Stato, attraverso la
dilazione dei rimborsi d’imposta alle aziende, da un lato faccia cassa nell’immediato e dall’altro
lato contemporaneamente possa creare un danno alle imprese già in crisi di liquidità e che
finalmente potrebbero vedere un barlume di luce in fondo al tunnel della recessione.
@lurossi_71
luca.rossi@fieramilanomedia.itEDITORIALE
LUCA ROSSI