Il Mise ha approvato la proroga a dicembre 2022 dei termini per la consegna dei macchinari ordinati nel 2021 dalle aziende usufruendo del credito d’imposta collegato ai provvedimenti 4.0. La richiesta era stata avanzata sia dalla presidente di Ucimu, Barbara Colombo, che dal presidente di Federmacchine, Giuseppe Lesce, il quale la scorsa settimana aveva inviato espressa richiesta al Ministro Giorgetti tramite una missiva sottoscritta dalle 12 associazioni di categoria federate.
La ragione alla base della richiesta di rinvio è l’impossibilità di rispettare i tempi di consegna pattuiti con le aziende a causa delle interruzioni nelle supply chain, che rendono difficile reperire materie prime e componenti. Motivi indipendenti dalla volontà delle aziende fornitrici e fuori dal loro controllo, ma che avrebbero condotto a probabili richieste di penali in caso di ritardi nelle consegne oltre i termini originariamente pattuiti. Secondo una stima effettuata da Ucimu, i tempi medi di consegna per i robot nel comparto macchine utensili sono passati da cinque a nove mesi.
Nei termini originari della misura, gli impianti ordinati nel corso del 2021, collegati ai benefici del Piano Transizione 4.0, consentivano infatti a chi avesse pagato almeno il 20% di anticipo lo scorso anno di usufruire degli incentivi pieni solo sui beni consegnati entro fine giugno 2022. Dopo tale data, il credito d’imposta sarebbe sceso dal 50 al 40% per beni fino a 2,5 milioni, e dal 30 al 20% per quelli tra 2,5 e 10 milioni di euro.
La concessione di altri sei mesi per completare le consegne degli ordini, come chiarito dal presidente Federmacchine nella missiva inviata al Mise, non comporta ad alcun aggravio sulle casse dello Stato, dal momento che lo spostamento avviene all’interno dello stesso anno fiscale. Immediatamente misurabili, di contro, i benefici a carico dello sviluppo digitale in corso nell’intero sistema manifatturiero italiano.