Finire sott’acqua? Un grande successo

Pubblicato il 22 maggio 2013

Oldrati ha progettato e prodotto la guarnizione più grande al mondo per una gigantesca diga del Venezuela. Una soluzione per isolare le paratie degli impianti e permettere l’ingresso in sicurezza agli addetti alla manutenzione, per la prima volta dalla parte dell’acqua. La soluzione misura 22 x 22 m e 10 tonnellate di peso, è prodotta con materiali speciali capaci di resistere a una pressione di 37 Kg/cm2, all’abrasione e alla lacerazione, garantendo 45.000 tonnellate di tenuta d’acqua a contatto della colata di cemento, senza permettere la minima infiltrazione che potrebbe creare un effetto di implosione per decompressione.

 

La struttura

La diga Guri DAM, in Venezuela, è la seconda più grande al mondo, costruita sull’Orinoco negli anni 60, misura 1,5 miglia di lunghezza con una profondità di 90 m, ed è la diga principale su una sequenza di quattro, per cui deve lavorare a pieno regime. Purtroppo l’usura del tempo ha portato oggi a un utilizzo del 30% della struttura con conseguenti ripercussioni sulle altre e allo stesso approvvigionamento  elettrico dell’intero Paese. Da qui la richiesta del governo venezuelano, attraverso la Corporazione nazionale venezuelana Corpoelec, società che ha in gestione gli impianti idroelettrici sul territorio, di un progetto specifico che consentisse di effettuare interventi di manutenzione diretta sulle pareti della diga.

Una sfida molto ambiziosa questa, raccolta dalla nota azienda bergamasca, protagonista a livello mondiale nella produzione della gomma, su invito della GSE di Trieste, impresa che progetta e realizza attrezzature professionali subacquee (unica in Italia a progettare e costruire minisommergibili).

Il progetto, chiamato ‘compuerta flotante submarina’, ha previsto la costruzione di una porta sottomarina quadrata (prima al mondo come
apparecchiatura subacquea) della stessa dimensione della bocca della diga, resa autonoma grazie alla perfetta adesione al cemento e alla massima tenuta idraulica derivata dalla autopropulsione e dalla guarnizione, così da garantire abilità di manovra permettendo l’accesso ai manutentori in totale sicurezza. Oltre alla porta, l’offerta ha compreso anche l’impiego di un piccolo sommergibile di supervisione in affiancamento in grado di scendere fino a 165 m di profondità con tre tecnici a bordo. Il tutto per un totale di 2.200 tonnellate, 250 addetti coinvolti, e un valore commessa di 50 milioni di euro.

 

Il progetto

Presentato nel 2005, e confrontato con altre proposte di società internazionali, il progetto è stato scelto dal committente perché ritenuto maggiormente esaustivo. Successivamente è stata realizzata una versione in scala ridotta per simulare e comprendere il funzionamento di tutto il sistema, così da verificarne l’effettiva rispondenza e idoneità.

Manuel Oldrati

Manuel Oldrati

La guarnizione di Oldrati, la più grande al mondo mai prodotta, vero cuore del sistema, è stata poi montata a puzzle direttamente sul posto con pezzi realizzati da stampo, mentre GSE ha sviluppato l’involucro ossia lo scafo resistente, i sommergibili miniaturizzati e tutte le attrezzature subacquee necessarie per la corretta installazione, con l’obiettivo di consentire, per la prima volta in assoluto, la manutenzione, sigillando le bocche delle turbine dal lato d’ingresso, cioè in acqua.

I test sulla guarnizione sono stati condotti in Oldrati, tra cui il test di schiacciamento con pressioni di 1.500 tonnellate per centimetro quadrato realizzati sulle guarnizioni. Per condurre le prove, nel rispetto dei requisiti richiesti, Oldrati ha poi studiato, sempre in collaborazione con GSE, apposite attrezzature e imballi.

Il collaudo è appena avvenuto, sono state effettuate prove di tenuta eseguite in presenza di tecnici altamente specializzati, ponendo particolare attenzione alla tenuta della guarnizione anche nei punti di giunzione per garantire la perfetta aderenza e l’operare in sicurezza, oltre ad attività di training dei piloti sottomarini, e si è in attesa dell’autorizzazione a procedere. Il progetto è ora in fase di omologazione internazionale per essere utilizzato in serie in futuro.

Manuel Oldrati, membro del consiglio di amministrazione dell’omonima azienda, commentando i recenti successi dell’impresa bergamasca, ha affermato: “I risultati positivi da noi ottenuti sono la conferma di uno stile di lavoro vincente che ha contraddistinto la nostra storia, da quasi cinquant’anni basata sulla passione e l’impegno quotidiano profuso da tutti, a cominciare dalla stessa famiglia Oldrati, e condiviso da tutti i dipendenti, manager e collaboratori”.



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