Six Sigma: la statistica al servizio della qualità.

Dalla rivista:
Progettare

 
Pubblicato il 11 novembre 2002

Il personale viene classificato in figure chiave che si differenziano per il ruolo svolto all’interno del programma Six Sigma.
Queste figure sono:
• Champion: responsabile di area di business e promotore, all’interno di questa, di tutti i progetti Six Sigma;
• Master Black Belt: responsabile della strategia, della formazione, dello sviluppo e dei risultati dei progetti Six Sigma;
• Black Belt: massimo esperto nella gestione dei progetti di miglioramento e leader dei team di progetto per uno specifico processo. Formatore delle Green Belt;
• Green Belt: responsabili operativi dei progetti Six Sigma.
Tutti i recenti casi di applicazione del programma Six Sigma hanno dimostrato l’enorme importanza del continuo supporto e sponsorship da parte del top management aziendale, con un monitoraggio settimanale sia dei progetti, sia dell’ampiezza nell’adozione degli strumenti nei diversi processi aziendali. Inoltre, le evidenze empiriche hanno sottolineato come le figure chiave del programma siano rappresentate indubbiamente dalle Black Belt, o “cinture nere”. Si tratta dei veri e propri promotori del cambiamento, esperti sia dei processi, sia nella scelta e applicazione degli strumenti statistici, primi responsabili del successo dei progetti e formatori, a cascata, dei ruoli più operativi. La creazione di queste figure richiede, quindi, un grosso impegno, sia da parte della singola persona, sia da parte dell’azienda, fatto di giornate di training sugli strumenti, di applicazione a casi concreti e di progetti sul campo. Molte aziende hanno istituito una vera e propria scuola di formazione interna per far crescere queste figure; altre, di dimensioni più piccole, si appoggiano ad istituti esterni, come società di consulenza o università.
Come raggiungere una performance Six Sigma?
Il segreto sta nel controllo del processo attraverso la rimozione delle cause che generano uno spostamento della media µ dal valore target e che aumentano la variabilità s della caratteristica osservata. Le azioni, quindi, si rivolgono verso il controllo all’origine delle variabili critiche in input del sistema-processo che generano questa non qualità. Gli strumenti statistici ci permettono di individuare le cause della variabilità e ci guidano nella loro eliminazione. Il Design of Experiments (DOE), ad esempio, permette di determinare la relazione esistente tra variabili in input di un processo e il risultato in output, qualora non si conosca la funzione di trasferimento (come una formula chimica, fisica o meccanica), attraverso una serie di esperimenti incrociati. Il DOE è uno strumento “attivo” perché interroga il processo manipolando gli input al fine di individuare la relazione causa-effetto con gli output. Conoscere questa relazione ci permette di utilizzare le variabili in input per muovere il valore medio dell’output µ verso il target T, allo stesso tempo riducendone la variabilità s. Inoltre, permette di capire come rendere il processo “robusto”, cioè insensibile ai fattori di disturbo esterni (denominati “noise”).
Accanto al DOE, il programma Six Sigma utilizza numerosi strumenti, relativi al controllo del sistema di misura (Gage R&R), all’analisi della varianza (ANOVA), ai test delle ipotesi statistiche (T di Student, Chi-quadro, P value), al metodo delle superfici di risposta (RSM – Response Surface Method) o alle “classiche” carte di controllo (SPC – Statistic Process Control). L’obiettivo consiste nell’individuare tutte le variabili, e il loro grado di contribuzione, che determinano le performance dei processi, al fine di focalizzare l’attenzione sugli elementi che più influenzano la generazione di non qualità.

Testimonial importanti

In Italia, l’approccio Six Sigma è stato “importato” e adottato nei plant produttivi di aziende multinazionali (GE, Whirlpool, ABB, Motorola, Alstom, Bombardier, Visteon). I primi risultati positivi hanno convinto anche altre importanti aziende, tra cui anche il gruppo Fiat, a seguire la strada tracciata da Motorola. Oggi, l’onda lunga del Six Sigma inizia a coinvolgere la catena della fornitura di questi grandi gruppi industriali, offrendo a chi per primo si allineerà su strumenti e linguaggio la possibilità di godere di un enorme vantaggio competitivo, fatto non di immagine, ma di effettiva e misurabile qualità dei propri prodotti e dei propri servizi.

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