La ripresa è in atto. Ma l’imperativo resta la cautela

I risultati della 27.Bi-Mu confermano il trend positivo di questi ultimi mesi per il settore della macchina utensile e dell’automazione.

Pubblicato il 24 novembre 2010

Alcuni imprescindibili indicatori spingono a moderare l’ottimismo e a guardare con opportuno distacco emotivo la realtà. L’economia globale, innanzitutto, che non ha ancora ritrovato l’equilibrio e risente, sul mercato, di spinte controverse, sintomi di uno scenario in profondo cambiamento. In secondo luogo, la situazione interna, caratterizzata da un mercato ancora stagnante, domanda debole, bassi consumi.

Del resto, gli ultimi dati disegnano una realtà bifronte: nel terzo trimestre 2010, l’indice degli ordini di macchine utensili, elaborato dal CS&CI di Ucimu, allunga il trend positivo segnando un incremento del 24,9 rispetto al periodo luglio-settembre 2009, ma il valore assoluto dell’indice resta ancora basso, segno dell’arretramento subito nell’anno della crisi e della difficoltà di recuperare il terreno perso.

D’altra parte ciò che preoccupa maggiormente i costruttori è la netta discrepanza tra l’andamento della raccolta ordini sui mercati interno ed estero. Il mercato domestico, infatti, complice la chiusura il 30 giugno scorso della Tremonti-Ter, segna un calo del 22.6%, corrispondente a un valore assoluto pari a 15,4 (base 2005=100), mai così basso in passato

Da qui prendono corpo alcune ineludibili considerazioni, che esigono immediato riscontro. Il nostro sistema manifatturiero si sta dirigendo verso un pericoloso arretramento tecnologico, che finirà per avere conseguenze irreparabili per l’intero Paese. Dunque, non resta che agire senza indugio; alle autorità di governo Ucimu-Sistemi per Produrre, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, chiede provvedimenti concreti quali, per esempio, la liberalizzazione degli ammortamenti, e la detassazione degli utili reinvestiti, oppure l’introduzione del sistema di incentivi alla rottamazione di tecnologie obsolete, misure quanto mai indispensabili per evitare la perdita di competitività del sistema Paese.

Per contro, l’indice degli ordini sul mercato estero cresce sensibilmente del 56,8%, è quindi, indubbiamente, la domanda straniera a trainare la ripresa ed è sull’export che i costruttori italiani stanno costruendo il rilancio del settore, consapevoli dei punti di forza del made by italians apprezzato ovunque nel mondo per elevatissimi standard qualitativi, creatività e personalizzazione dell’offerta.

Ucimu-Sistemi per Produrre: www.ucimu.it



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