Beni strumentali, rallenta il trend di crescita nei dati Federmacchine
Il settore italiano dei beni strumentali ha chiuso il 2022 con un fatturato di 55,4 miliardi di euro nei dati Federmacchine, con un incremento del +10,7% rispetto al 2021, segnando un nuovo record.
L’export è cresciuto dell’8,4%, a quota 35,6 miliardi di euro, superando il risultato del 2018 e registrando così un nuovo primato. Le consegne dei costruttori italiani, trainate dal consumo, hanno raggiunto i 19,8 miliardi di euro, +15,2% rispetto al 2021, e in ulteriore aumento è stata la domanda espressa dal mercato interno, che ha toccato il nuovo record di 31,7 miliardi di euro, +18,1% sull’anno precedente. Ha beneficiato della vivace domande anche l’import, che ha raggiunto gli 11,9 miliardi, +23,1% rispetto al 2021, mentre il dato relativo al rapporto import/consumo si è attestato al 37,6%, a dimostrazione del fatto che le imprese italiane hanno saputo ben presidiare il mercato locale. Lieve discesa di quasi un punto percentuale invece per il dato export/fatturato, a 64,3%.
Il trend positivo è quindi previsto in crescita anche nel 2023, sebbene con un chiaro rallentamento del ritmo di espansione: il fatturato è previsto in aumento a 57,7 miliardi di euro (+4,1% sul 2022), mentre l’export è atteso in aumento del 3%, a quota 36,7 miliardi di euro. Il consumo interno raggiungerà il valore di 33,5 miliardi (+5,6%), a beneficio sia delle importazioni (+4,8% a quota 12,5 miliardi) sia delle consegne dei costruttori (+6,1% a quota 21 miliardi).
Con riferimento alla distribuzione delle vendite, nel 2022, la quota di fatturato realizzata in Italia si è attestata al 35,7%. Il 27,2% del totale è stato destinato agli altri paesi dell’Unione Europea. L’Area-UE ha assorbito quindi circa il 63% del fatturato italiano di settore. Segue l’export in America settentrionale (11,1%) e in Asia (9,7%); l’Europa Extra-UE ha acquisito il 7,9% del totale.
Nel 2022, l’export italiano di comparto è cresciuto in tutti i principali mercati ad esclusione di Cina e Regno Unito. Meglio di tutti, in termini di incremento, hanno fatto Messico e India. Principali mercati di destinazione sono risultati: Stati Uniti (4,7 miliardi di euro, +17,1%); Germania (3,8 miliardi, +8,6%); Francia (2,4 miliardi, +11,9%); Cina (1,9 miliardi, -6,2%); Turchia (1,5 miliardi, +7%).
“I dati appena presentati ci dicono che l’industria italiana del bene strumentale ha completamente superato lo shock dell’emergenza sanitaria ed è, anzi, stata protagonista di una performance davvero convincente nel biennio 2021-2022. Anche il 2023 sarà positivo sia grazie al mercato interno sia a quello estero – ha commentato Giuseppe Lesce, presidente Federmacchine -. Con riferimento al mercato domestico, gli incentivi 4.0 hanno funzionato e stanno funzionando molto bene. Accogliamo quindi con favore l’idea di destinare a favore di queste misure un plafond adeguato di risorse disposte dalla rivisitazione del PNRR che dovrebbe essere integrato con i fondi Repower EU per la transizione energetica“.
“A nostro avviso dovrebbe essere previsto, in via strutturale, un sistema modulare di incentivi fiscali che possano essere tra loro combinati e cumulati e che premino maggiormente chi investe in nuove macchine ove la digitalizzazione è anche abilitatore di sostenibilità. – ha aggiunto ancora Lesce -. Nello specifico riteniamo che alla prima misura – che è quella attualmente in vigore e che consiste nel credito di imposta per gli investimenti in tecnologie di produzione digitali di ultima generazione – debba aggiungersi un secondo credito di imposta per gli investimenti in macchinari che vengono integrati tra loro per dar vita ad un sistema che implementa le due catene del valore, fisica e digitale. Infine, ci dovrebbe essere una terza misura che garantisca un credito di imposta per la sostenibilità, così da spingere le aziende verso la green manufacturing, in linea con le direttive europee”.
“Sul fronte estero – ha infine concluso Lesce -, le nostre imprese, già campioni di export, devono poter cogliere le opportunità ancora inespresse da mercati tradizionali e emergenti. La recente ricerca Ingenium, realizzata da Confindustria e Federmacchine, ha messo in luce un potenziale di 16 miliardi di export non ancora realizzato che è certamente alla portata delle imprese del comparto. Queste opportunità riguardano sia la domanda di Paesi avanzati sia di aree emergenti, tutti già presidiati dalle imprese del settore. È chiaro però che, a fronte dell’impegno che le aziende del comparto metteranno in questa nuova sfida, che prevede evoluzioni anche nel modello di business, occorre comunque un supporto da parte del sistema paese, penso tra gli altri a ICE Agenzia, Sace e Simest, per sostenerle nella loro attività di internazionalizzazione“.
L’assemblea di Federmacchine, in occasione della quale sono stati comunicati i dati relativi all’andamento del comparto beni strumentali in Italia, ha coinciso con il rinnovo delle cariche sociali. Candidato unico alla presidenza della federazione per il biennio 2023-2024 è Bruno Bettelli, cofondatore presidente e CEO di I-tech di Sassuolo (MO). L’elezione di Bruno Bettelli è prevista nel corso della Assemblea privata che si riunirà dopo l’Assemblea pubblica.
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