Il Gruppo Varvel si pone come partner di quelle aziende che per il futuro intendono contare su una supply chain affidabile e resiliente, grazie soprattutto a punti chiave quali la produzione 100% italiana e la grande esperienza offerta.
La pandemia globale e il conseguente shock manifatturiero, causato dalla carenza di materiali provenienti da stabilimenti in aree per prime colpite dal virus, ha infatti reso ancora più evidenti i rischi insiti in operazioni di offshoring, che si sono aggiunti a motivazioni che già preesistevano a favore del reshoring. Tra queste la necessità di rafforzare il posizionamento della propria offerta grazie all’affermazione dell’origine, l’esigenza di assicurare una qualità del servizio non sempre garantita da imprese localizzate nel Far East e il venir meno dei differenziali di costo a causa del rapido incremento del costo del lavoro in quelle aree.
La revisione delle strategie di sourcing deve quindi per Varvel attivare tutti i livelli della filiera, dal cliente finale al canale distributivo, per una migliore previsione delle vendite con identificazione precisa dei fabbisogni reali. Essenziale quindi il dialogo con i fornitori, per analizzare le capacità produttive e attivare la ricerca di nuove fonti. Rendere trasparente il flusso dei materiali deve poi far emergere accidentali giacenze, che solitamente si accumulano come buffer cautelativi. In emergenza potrebbe infine rivelarsi utile l’utilizzo di materiali e componenti destinati in origine al post-vendita, per garantire la continuità produttiva e salvo poi ripristinare le scorte al più presto per garantire la normale sicurezza della gestione.