L’emergenza covid-19 non ha mai fermato le attività in Siemens, che ha esteso già dal 24 febbraio scorso lo smart working in modalità full per tutti i suoi collaboratori.
Tutte le dovute misure di sicurezza sono quindi state adottate dall’inizio di marzo per consentire il rientro di alcuni contingenti di dipendenti nelle sedi dell’azienda, con sempre più numerose aree cosiddette ‘Droplet-free’ che permettono l’accesso ai collaboratori nel rispetto del distanziamento e con tutte le dotazioni necessarie alla protezione personale messe a loro disposizione.
Il concetto di Fase due non si applica però alla sede italiana, come spiega Claudio Picech, presidente e AD di Siemens: “Non vogliamo vivere in fasi, ma convivere con il virus in modo più dinamico. La sicurezza delle nostre persone è sempre stata la nostra priorità, anche prima dell’emergenza sanitaria. La crisi attuale accentua la necessità per le aziende di guidare una metamorfosi nel mondo del business che ruota attorno al concetto di Vuca – volatility, uncertainty, complexity, ambiguity -. E’ richiesta una capacità di adattamento al nuovo mondo dinamico, nel quale è indispensabile realizzare una rinnovata cultura aziendale basata su modelli di management e di leadership diversi. Un paradigma in grado di supportare il modo in cui si prendono le decisioni, si definiscono gli obiettivi, si aiutano le nostre persone a crescere, insomma si crea il futuro dell’azienda, probabilmente più virtuale di quello cui oggi siamo abituati, ma con la capacità di saper quando il face-to-face è inevitabile”.
Disporre di una sede sicura nella quale portare avanti le attività è quindi giusto, ma per l’AD oggi bisogna essere consapevoli che si deve passare dall’ormai consolidato smart working a un concetto più ampio di smart life, nel quale armonizzare vita lavorativa e professionale e vita privata e familiare. Consapevoli che servirà apprendere nuove pratiche di lavoro così come nella vita quotidiana.