Si è tenuto lo scorso 23 novembre, nella sede ABB Motion di Vittuone (MI), il secondo simposio italiano dell’Energy Efficiency Movement, iniziativa globale nata nel 2021 che accoglie 400 aziende, associazioni, enti pubblici e università da 36 diverse nazioni.
ABB crede infatti che molte siano le attività che è possibile svolgere per imboccare la strada dell’efficientamento: l’iniziativa punta pertanto a raccogliere e condividere al suo interno esperienze e best practice per perseguire obiettivi di efficienza energetica. Per l’azienda, la sfida della sostenibilità si vince partendo da tre pillar: consapevolezza delle tecnologie a disposizione, importanza della condivisione e corretta implementazione. Collegati tra loro, i tre ambiti possono fare in concreto la differenza.
“Dobbiamo aumentare i tassi di efficientamento dei nostri impianti dall’attuale 2,2% annuo al 4% – ha quindi aggiunto Sara Saltalamacchia, sustainability champion motion Italia ABB -. Siamo convinti che innovazione, investimenti focalizzati e condivisione di best practice possano davvero rendere possibile questa accelerazione e permetterci di raggiungere gli obiettivi prefissati al 2030 e al 2050 per un futuro più sostenibile”.
L’Energy Efficiency Movement non è un mero esercizio di stile, poiché qualcosa già si muove al suo interno: le realtà che vi aderiscono hanno fatto dell’efficienza e della sostenibilità uno dei driver principali dei propri business. Tra i partecipanti al Simposio figurano in particolare Alfa Laval, Eiffel e Gruppo Fervo, che hanno raccontato come le tecnologie efficienti siano lo strumento abilitante per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, transizione energetica e digitale. Ovviamente ogni realtà coniuga questi concetti percorrendo strade differenti per raggiungere il medesimo obiettivo.
Ad esempio, come evidenziato da Alfa Laval, lo scambiatore di calore è tra le tecnologie in grado di assicurare efficienza energetica. Inventato per la pastorizzazione del latte, ha poi trovato applicazione in moltissimi settori e si è evoluto per essere sempre più efficiente. Oggi gli scambiatori di calore vengono utilizzati per recuperare quell’energia che un tempo veniva sprecata ed essere usata ad esempio per riscaldare altri ambienti o materiali. Circolarità invece è il mantra di Eiffel, realtà italiana che si occupa della lavorazione di materie plastiche, in particolare di teli in polietilene per impieghi agricoli e industriali. Pur essendo prodotti dalla lunga vita operativa, l’azienda si impegna nel recupero dei materiali dismessi per riciclarli. Non solo: il concetto di ‘sottoprodotto’ è stato eliminato a favore del recupero totale. Dallo stabilimento escono solo prodotti finiti e conformi, niente scarto.
La digitalizzazione e l’analisi dei dati è un altro aspetto cruciale che le tecnologie moderne portano con sé, come sottolineato da Gruppo Fervo, specializzato in servizi di facility ed energy management nel real estate. Residenziale e terziario, infatti, sono responsabili di circa il 40% del consumo energetico e del 39% delle emissioni globali di CO2. Le informazioni sugli impianti operativi negli edifici e gli algoritmi di intelligenza artificiale sono in grado di suggerire azioni correttive o intervenire direttamente per evitare sprechi, sempre mantenendo il comfort voluto.
Da sole però le tecnologie non sono sufficienti. Occorre comprenderle, sfruttarle al meglio, applicarle in modo corretto e diffonderne approcci e risultati. Un concetto ben espresso da Vittoria Veronesi, docente di Operations & supply chain management di SDA Bocconi School of Management, che si è concentrata sul tema della direttiva sulla Corporate Sustainability Due Diligence, meglio conosciuta come Supply Chain Act, che mira a garantire la trasparenza e la responsabilità nelle attività produttive e distributive. Tre gli step da considerare:
- Una due diligence in grado di fotografare la condizione esistente dell’azienda per poi effettuare le opportune considerazioni correttive;
- Un’attività di reporting;
- La divulgazione dei business model e delle tecniche finalizzate al raggiungimento dei risultati.
Molti infine i messaggi emersi nel corso dell’incontro, il primo dei quali indica come non sia sufficiente disporre di tecnologie efficienti, ma occorra una adeguata integrazione. Fondamentale da questo punto di vista la digitalizzazione, ormai matura e apprezzata in molti ambiti. Il tutto a patto di disporre delle giuste competenze, ultimo (e forse più importante) fattore in gioco per concretizzare questa transizione.