Progettare: Tra le novità più recenti in casa Brevini c’è anche il lancio del portale di e-business.
Brevini: È vero: anche in questo caso abbiamo immaginato qualche cosa di diverso.
Siamo partiti da un presupposto strategico: Brevini è un’impresa a rete, quindi deve avere una piattaforma, una struttura tecnologica, un “enterprise portal” per la condivisione e lo scambio di informazioni, la possibilità di relazionarsi più strettamente con tutti i 27 diversi mercati e gli oltre cento settori applicativi.
Si annullano così le distanze dalla casa madre e si costruisce un ponte relazionale tra filiale e filiale. Ogni filiale ha la possibilità di interfacciarsi con il mercato locale con una serie di sezioni per le proprie attività di consulenza e di “local marketing”, per fornire soluzioni customizzate, per applicazioni e clienti specifici. Questo crea i presupposti per la successiva attività di vendita e di assistenza post-vendita. Quando era di moda la new economy alcuni hanno sentenziato che le distanze si sarebbero annullate, il contatto con il cliente sarebbe stato più veloce e che sistemi organizzativi come la nostra rete commerciale sarebbero diventati obsoleti. Noi siamo convinti che oggi e domani non sarà così: per fidelizzare il cliente a 10mila chilometri di distanza non basta un sistema freddo come il computer, ma la visita di un funzionario in loco continuerà a essere imperativa.
Progettare: Lei parla di azionisti e quindi il collegamento alla quotazione in borsa diventa automatico.
Brevini: Ritengo che un’azienda debba avere un Leader che sia libero di impostare le strategie e la sappia guidare, il quale a sua volta risponde ai propri Azionisti per i risultati ottenuti e per i dividendi che riesce a distribuire. Per quanto riguarda la quotazione in Borsa, posso dire che oggi non è necessaria al Gruppo Brevini dal momento che i piani di sviluppo che stiamo portando avanti sono ancora compatibili con le nostre risorse finanziarie e manageriali: domani si vedrà… Ipotizzare il futuro è diventato difficile, certo potremmo pensare alla Borsa nel caso in cui maturi la decisione di altri investimenti, non solo in Italia ma soprattutto all’estero.
Progettare: Una domanda personale. Cosa spinge un imprenditore affermato e impegnato a farsi carico di un altro così grosso impegno?
Brevini: Mi è impossibile dare una risposta sola. Potrei dire che 42 anni fa io ero un semplice operaio e oggi non mi sento tanto di più; che i miei azionisti mi supportano e mi incoraggiano ancora; che ho risposto negativamente a molte offerte, anche allettanti, avanzate da società finanziarie e da gruppi industriali che mi hanno fatto capire che quello che abbiamo fatto è importante; oppure, più semplicemente, che ho ancora tanta voglia di andare avanti. Mi dispiace per mia moglie alla quale più e più volte ho fatto promessa, sempre puntualmente disattendendola, che era venuto il momento di riposarmi, di stare più tempo insieme, di dedicare più tempo ai miei nipotini, di riprendere alcuni hobby che, per l’eccessivo lavoro, non ho potuto portare avanti. Ma poi, pensandoci bene, con la canna da pesca in mano non è che mi ci vedo molto… E poi le statistiche dicono che la vita media si è allungata e quindi, se Dio vuole, c’è ancora tempo.
Progettare: Un’ultima domanda all’imprenditore Brevini. È cambiato qualcosa con il nuovo governo di centro-destra?
Brevini: Se il cavalier Berlusconi riuscirà a mantenere solo il 20% delle cose che ha promesso in campagna elettorale, la sua presidenza potrebbe dare una forte accelerata alla risoluzione dei molti problemi che frenano lo sviluppo del nostro paese.