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Prezzi acciaio e guerra in Ucraina, rialzi attesi nei prodotti piani per siderwebERT

Gli operatori siderurgici attendono un deciso aumento dei prezzi dell’acciaio dopo lo shock della guerra in Ucraina, con rialzi soprattutto per i prodotti pianicoils, lamiere da coils, nastri e lamiere da treno, che rappresentano la maggioranza del consumo italiano di acciaio.

E’ quanto è emerso nel corso del webinar di siderweb Mercato & dintorni tenutosi lo scorso primo marzo. Secondo le stime di siderweb, la crisi Ucraina avrà un impatto diretto e indiretto sui prezzi dell’acciaio, spiega quindi Stefano Ferrari, responsabile dell’Ufficio Studi di siderweb: “Sul mercato dei prodotti piani, le vendite di tutti i produttori europei sono ferme: si vuole vedere ciò che succederà. Le attese sono per una decisa crescita delle quotazioni: Russia e Ucraina sono tra i Paesi più attivi nella fornitura di materie prime e semilavorati siderurgici all’Ue e all’Italia e i venti di guerra portano incertezza, che si riverbera sui prezzi. Inoltre, sono attesi un aumento del costo dell’energia, quando in Ue eravamo già ai massimi storici; un’interruzione della catena di fornitura dei metalli, come nichel e alcuni semilavorati; una possibile rimodulazione dell’export russo verso Oriente, in Cina e Asia”.

Nei primi undici mesi del 2021, secondo quanto elaborato dell’Ufficio studi siderweb, l’Italia ha importato dall’Ucraina 5,18 milioni di tonnellate di acciaio, +77,6%, per la grande maggioranza materie prime e semilavorati.

Non ci sono certo dubbi in relazione agli aumenti che, a causa della guerra in Ucraina, interesseranno i prodotti che da quell’area geografica vengono esportati in Italia e in Europa – ha detto nel corso del webinar Nicola Cavazzoni, direttore commerciale Italia di Marcegaglia Plates -. Quello che è difficile ipotizzare è l’effettivo rincaro con il quale ci dovremo confrontare. Il prodotto bramma (semilavorato utilizzato per la produzione di piani) è di difficile reperimento, perché chi lo produce tende a preferire una sua verticalizzazione diretta. Come Marcegaglia stiamo costruendo un ‘piano B’ attraverso i rapporti che il nostro gruppo può vantare nel mondo, ma non si tratta di un percorso agevole”.

Il webinar si è chiuso con l’intervento di Cesare Viganò, consigliere delegato di ArcelorMittal CLN Distribuzione Italia: “Al momento, le quotazioni e le vendite dei coils a caldo sono bloccate; il mercato sta valutando quali saranno i prossimi scenari, dopo un evento che rappresenta un punto di rottura con le dinamiche abituali. Le quotazioni riprenderanno quando si avranno indicazioni da parte dei produttori e dei fornitori all’import sull’evoluzione del quadro. Ci aspettiamo aumenti rilevanti nel breve periodo: i rumor parlano di rialzi nell’ordine di 150-200 euro la tonnellata. Valori comprensibili se si pensa che materie prime, semilavorati ed energia erano già sotto pressione prima dell’attacco russo. A questo si sommerà una logistica completamente da riorganizzare“.