La titolarità di diritti di proprietà intellettuale (DPI) ha favorito una crescita media del fatturato per dipendente del 20% delle aziende europee, soprattutto PMI. Migliora di conseguenza la performance economica, a seconda dalla tipologia di DPI: 36% per i brevetti, 21% per i marchi e del 32% per i design.
A produrre questi risultati è un recente studio congiunto e condotto su larga scala dall’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (Euipo) e dall’Ufficio europeo dei brevetti (EPO). Sono stati associati i dati relativi ai DPI (design, marchi e brevetti) di oltre 127 mila aziende con sede nei 27 Paesi dell’Unione e del Regno Unito e contenuti nella banca dati Orbis.
Il beneficio maggiore deriva dalla titolarità di brevetti (53%), seguito dai design (30%) e i marchi (17%). Le aziende che detengono DPI tendono ad avere maggiori dimensioni, mediamente 13,5 dipendenti rispetto ai 5,1 delle aziende senza Dpi. Le retribuzioni nelle aziende con DPI sono più alte mediamente del 19%.
Anche prendendo in esame la sola titolarità di DPI, escludendo gli altri indicatori, il risultato prodotto dallo studio è notevole: 55% in più del fatturato medio per dipendente che arriva fino al 68% in caso di PMI. L’analisi condotta mette in luce che i maggiori incrementi di fatturato per dipendente si sono registrati per quelle aziende che detengono un mix di marchio e design e per quelle con una combinazione di brevetto, marchio e design.
Non mancano ovviamente criticità nel settore: un’altra indagine, sempre condotta da Euipo nel 2019 aveva infatti evidenziato i principali ostacoli incontrati dalle PMI nella tutela degli asset immateriali: scarsa conoscenza dei DPI, complessità e costi delle procedure di registrazione, costi per la tutela. Difficoltà che tuttavia, a giudicare dal vantaggio competitivo che deriva dai DPI, vale la pena affrontare.