Il ritorno elastico (o springback) è un fenomeno naturale che deriva dall’elasticità residua del materiale. Dopo aver rimosso la forza di piega, il profilo tenderà ad aprirsi e l’angolo risultante sarà maggiore di 2,5°-3° gradi rispetto al previsto. Negli acciai altoresistenziali, il recupero è spesso tra i 10° e i 25°.
Questo effetto può essere compensato piegando il profilo a un angolo più acuto, in modo che sia dell’angolo voluto dopo lo springback. È un metodo chiamato sovrapiegatura. Come si intuisce, è un metodo empirico dove si procede per tentativi. Si piega un campione, lo si misura, si correggono le impostazioni della pressa, e poi si piega un altro campione nella speranza di centrare l’angolo corretto. Dopo aver piegato un certo numero di pezzi, ci si rende conto che la lamiera che si sta lavorando viene da un lotto differente e ha proprietà elastiche diverse. Il risultato è che bisogna ripetere tutto il processo dall’inizio.
Il procedimento può essere frustrante e portare anche a un discreto spreco di tempo e materiale. Gasparini propone una soluzione. L’azienda veneta ha sviluppato un sistema di lettura innovativo chiamato #GPS4. Un sensore inserito nella matrice misura meccanicamente l’angolo del profilo all’interno della cava, in modo da raggiungere sempre il valore esatto. Il primo vantaggio è la possibilità di piegare anche forme complesse, con contropieghe o con bordo ridotto. In quei casi la lettura ottica non arriva o provoca problemi legati alla somma degli errori. Un altro punto di forza è che la superficie del materiale non influenza la misura, a differenza di molti sistemi laser. Anche i tempi di settaggio si riducono, perché non serve inserire lo spessore, la lunghezza, il tipo di materiale o la forza di piegatura.