Crescita del +21,5% negli ordini macchine utensili nel quarto trimestre 2017, nei dati Ucimu, con indice in valore assoluto attestatosi a 162 (base 100 nel 2010). A una crescita del 6,2% negli ordini dall’estero, si accompagnano le ottime prestazioni del mercato interno, con ordinativi in crescita del +86,2%. Su base annua, la crescita rispetto al 2016 è stata del 13,7%, con gli ordini dall’estero a +4,7% e quelli interni a +45,9%.
“I dati dimostrano la validità delle misure del piano Industria 4.0 – commenta Massimo Carboniero, presidente Ucimu -. Super e iperammortamento, nuova Legge Sabatini e detrazione fiscale per spese in R&D hanno spinto gli investimenti in Italia. Ora occorre forzare la formazione 4.0, indispensabile per guidare l’innovazione delle nostre fabbriche”. In particolare, la ripresa delle commesse oltre confine ben recupera il risultato che nel 2016 qui era stato deludente. Relativamente invece al mercato interno, in riferimento all’ultima rilevazione, gli ordinativi raccolti avranno riflesso diretto sul PIL del 2018 che, grazie anche alle nuove misure previste dalle autorità di governo, si annuncia come un anno decisamente positivo.
Carboniero stima positivamente la conferma di super e iperammortamento anche nel piano Impresa 4.0 inserito in legge di Bilancio 2018, sebbene con il ritocco del coefficiente di incentivo dal 140% al 130%. Il processo di svecchiamento degli impianti, accompagnato dal loro aggiornamento in chiave digitale, è però solo all’inizio e non può prescindere dal ruolo attivo e centrale degli uomini nella prossima fase di utilizzo delle tecnologie digitali e interconnesse nelle fabbriche. “La formazione dei giovani in chiave industria 4.0 – continua quindi Carboniero -, anche attraverso percorsi scolastici alternativi all’università, come per esempio gli istituti tecnici superiori (ITS), così come la formazione continua di chi è già impiegato in azienda sono oggi elementi imprescindibili per assicurare futuro alle imprese”.
Il presidente Ucimu sottolinea anche alcuni punti deboli nelle misure previste, in primo luogo proprio sul fronte Formazione 4.0, affermando che “occorre però rilevare che il provvedimento relativo a formazione e aggiornamento del personale in chiave 4.0, così come previsto, rischia di risultare non pienamente efficace per due ragioni di ordine differente. Da una parte, perché subordinato all’attivazione attraverso contratti collettivi nazionali o territoriali, procedimento che potrebbe risultare di ostacolo a quelle PMI prive di rappresentanza sindacale al loro interno. Dall’altra, perché il credito di imposta previsto per le spese sostenute dalle imprese che investono in formazione 4.0 è applicabile alle sole ore di lavoro del personale coinvolto nell’attività. È pertanto esclusa tutta la parte relativa al costo, chiaramente rilevante, dei docenti esterni con il rischio che la scelta dei formatori possa essere condizionata più dal prezzo che dal valore del servizio offerto”.
Sul fronte estero, infine, per sostenere la ripresa degli ordinativi avviata nel 2017 sarebbe secondo Carboniero utile prevedere il perfezionamento della nuova Legge sulla Cooperazione, che permette ai privati di partecipare a progetti legati alla cooperazione italiana ma che, per come è formulata, risulta di difficile utilizzo da parte delle PMI, a causa di una procedura complessa e piuttosto macchinosa. “Occorrerebbe pensare invece a un sistema più semplice e diretto – spiega Carboniero – che porti vantaggi a entrambi i soggetti coinvolti: alle nostre PMI e alle popolazioni locali, trasformando così la semplice fornitura di macchine e tecnologia in una vera e propria azione di promozione del made in Italy all’estero”. A tal fine, sulla scorta di quanto già fatto in passato dal Ministero degli Esteri con Ucimu, secondo Carboniero sarebbe quindi utile incentivare la creazione di centri tecnologici dotati di macchinari italiani, nelle aree del mondo considerate in via di sviluppo. Centri che funzionerebbero da punti di formazione della popolazione locale, con corsi svolti con macchine e tecnologia italiane.
“Nel medio periodo, infine – conclude il presidente Ucimu – i centri diverrebbero veri e propri show room della produzione Made in Italy di settore, e la popolazione sarebbe la migliore testimonial della nostra offerta per eventuali investimenti futuri. Si tratta di piani di medio-lungo periodo, che danno però risultati concreti fin dal loro avvio, e soprattutto assicurano il reale sviluppo dei territori ospitanti, in linea con il principio di questi interventi di cooperazione di assicurare il benessere e la crescita economica dell’area”.